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21 Febbraio 2014 ,

Supervixens NATURE AND CULTURE

2014 - Acid Cobra/Technicolor Dischi/DeAmbula Press
[Uscita: 12/01/2014]

SuperVixens NATURE AND CULTURE# Consigliato da Distorsioni

 

Prima di premere “play” ed iniziare l'ascolto del debutto dei Supervixens, prendete un gomitolo o una matassa di lana, legatevi la cima al dito, l'altro capo a qualcosa di solido e fisso (che so, la maniglia della porta di camera vostra) e dopodichè, lasciatevi andare. E' probabile, anzi, diciamo più che possibile che al termine di questo album di quattro pezzi vi ritroviate in un luogo diverso rispetto a quello che di partenza. Vi servirà per ritrovare la strada di casa. Il labirinto che questi ragazzi toscani hanno costruito per questo disco è una sequenza interminabile di oscuri presagi, sinistre atmosfere cosmiche, terrore sordo e disarmonico. Le suggestioni che riporta alla mente sono degne di scomodare le ere dorate del Kraut- Rock e del noise: Faust e Royal Trux banchettano allegramente in I, seconda traccia di 12 minuti che ti piomba addosso creando una  sorta di spazio immateriale e violento. Non servono parole. Non ne viene detta una in tutto il disco. Le parole distoglierebbero l'attenzione. Le chitarre, nell'intera opera, sferragliano e si contorcono. Sono ferro caldo che viene battuto in una risonanza industriale (soprattutto nella demoniaca Loud! Loud Loud!) che rimescola il sangue, ti sbatte contro un muro a velocità supersonica e non ti lascia un attimo di respiro, nemmeno quando sembra che si sia raggiunto un livello di stasi accettabile.

 

La batteria carica a testa bassa come un toro quando vede rosso e non si ferma alla prima incornata. Ripete il suo scenario mortifero in una arena dove il pubblico è rappresentato dal magma sonoro creato dalla band. Costante, sanguigno, collettivo. Non siamo all'inferno, non ancora perlomeno. Siamo nell'anticamera e con un orecchio ci avviciniamo alla porta e proviamo ad intuire cosa accade al di là di quella. E ne abbiamo molta paura. Il progetto è ambizioso come pochi lo sono stati in Italia negli ultimi anni. Amaury Cambuzat (Ulan Bator. Croce e delizia del post rock francese) ha voluto essere il Virgilio di questi ragazzi e producendo per la sua Acid Cobra “Nature and Culture”, innesta un folle e disperato germe nella musica nostrana. Ci mostra un panorama di ghiaccio e fuoco, di demoni che volteggiano sopra le nostre teste, di inquietudine ed angoscia. Un disco che scuote l'animo di chiunque lo ascolti, lasciandoti al tempo stesso fisicamente pietrificato ed immobile. Il rischio più grande, alla fine di tutto, è rompere quel filo di Arianna che avete provveduto a legare all'inizio dell'ascolto. Allora si che ritrovare la strada di casa sarebbe alquanto difficile.

Voto: 7.5/10
Alberto Niccolai

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