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20 Maggio 2014 ,

Movimento Artistico Pesante MOVIMENTO ARTISTICO PESANTE

2014 - Manzanilla Records/Audioglobe
[Uscita: 13/05/2014]

MAP_COVER-HRIl Movimento Artistico Pesante è un trio di musicisti veronesi attivo dal 2009, ma varie e molteplici sono le esperienze formative e artistiche dei componenti. Gianmaria Gobbetti, sintetizzatore e chitarra, nasce pianista e dopo aver fatto parte di Reqviem e Matadores suona anche col jazzista Bruno Marini. Thomas Cordioli, batteria, ha iniziato con la banda del paese ed è anche attore teatrale. Valentino Torresendi, chitarra e sintetizzatore, ha studiato pure lui pianoforte e fa parte anche degli UACS. La musica del gruppo è strumentale, e si può avvicinare a quella di Jesus Lizard e Don Caballero, idoli dichiarati del trio insieme ad Arvo Part. Bardolino, oltre all’omonimo vino, omaggia il rock sperimentale più selvaggio, con un attacco fortissimo, riffone di chitarra sincopato e batteria potentissima, per poi procedere con gli stop and go tipici dell’asse Lousiville- Chicago, alternati con momenti eterei ambient. Baikonur (la località russa in cui avvenivano le partenze per i viaggi spaziali) è inizialmente quieta e rilassata, con chitarre arpeggiate e non trattate, quindi presenta un crescendo di potenza.

 

Disco Baldo, che parte con un arpeggio insistito su un raffinato gioco ritmico diventa poi un brano potente con cassa in quattro, reminiscenze new wave e ritmo ballabile. Dai titoli si può cogliere l’atteggiamento ironico del gruppo, che altrimenti in un disco strumentale non si comprenderebbe: per esempio Pezzo dei Queen non è assolutamente un brano dalmap repertorio di Freddy Mercury e company, ma un altro strumentale raffinato dai continui cambiamenti di atmosfera con passaggi ritmici anche in levare. Oppure possiamo notare come il trio invece che ad un artista maledetto o ad un leader rivoluzionario dedichi la chiusura del disco a Van Basten (a cui peraltro fu anche dedicata un aula nell’Università di Padova durante l’occupazione detta della “Pantera”), calciatore a suo modo artista, che giocava quando i tre musicisti erano davvero molto giovani, il brano più intimista e con maggiore inserimento dell’elettronica. Per la verità una traccia con parti vocali ci sarebbe, Spreewald, ma sono inintelligibili. Un disco valido, di un gruppo già maturo, che non abusa della notevole tecnica strumentale che ha a disposizione e pur suonando un rock solo strumentale e a tratti vicino alla sperimentazione non perde mai il senso della melodia, campo in cui noi italiani ci facciamo sempre valere. Meritano davvero l’attenzione degli appassionati del buon rock e della buona musica in generale. 

Voto: 7/10
Alfredo Sgarlato

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