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Gaudi MAGNETIC

2017 - RareNoise Records-Goodfellas
[Uscita: 30/06/2017]

magnetic_600600Jean-Michel Jarre incontra i Massive Attack. Potrebbe essere questa l’azzardata e riduttiva definizione per caratterizzare la musica di quest’album esclusivamente strumentale del produttore, compositore e musicista (tastierista & programming) italiano Gaudi (Daniele Gaudi Cenacchi, foto sotto a destra)Del francese Jarre vi è una propensione elettronica melodica e romantica; dei trip-hopper inglesi una tendenza ai pacati ritmi in levare dubbati e narcolettici (Dub Prelude e Memories Of My Pentagram) che ben conosciamo. In ogni brano di “Magnetic” è il basso a dettare le linee di base sulle quali si muovono soprattutto le tastiere protagoniste ora eteree, ora più incisive affiancate da alcuni comprimari di lusso. Nocturnal Sonata vista la propensione romantica e cinematica si avventura in territori già battuti da Ryuichi Sakamoto e la ritmata Modular Rondo ricorda addirittura certe cose del vecchio Vangelis, mentre Die Ballad Vom Frosch ha un’apertura molto più rock e Epilogue Leitmotif (in cui è presente anche il theremin di Gaudi) ha una caratterizzazione ambient.

 

Incommensurabile la parata di superstar (superstrumentisti, invero) che affiancano il leader in quest’opera più interessante che appassionante; al basso troviamo Bill Laswell, l’ex Porcupine Tree Colin Edwin, l’immenso Tony Levin, il “nostro” Lorenzo Feliciati, e il solitamente imprevedibile Jamie Saft che in quest’occasione abbandona le tastiere (e la chitarra protagonista del suo ultimo album) per dubbare da par suo. Al piano troviamo Gaudi_pagegente come Roger Eno, Eric Mouquet, Mark Aanderud e Alessandro Gwis, alle chitarre Eraldo Bernocchi, Pippo Di Palma, Steve Norris, e Buckethead già con Guns ‘n’ Roses e Iggy Pop, alle programmazioni elettroniche il vate Jan Peter Schwalm, mentre la batteria se la dividono mostri sacri delle bacchette come Pat Mastellotto (attualmente King Crimson), l’ex Japan Steve Jansen, Ted Parson dei Killing Joke, e  - mi si perdonino personalismo e campanilismo - il mio “vicino di casa”, il savonese Roberto Gualdi, già con Lucio Dalla, Paola Turci, Dolcenera, Tony Martin (Black Sabbath), Glenn Hughes (Deep Purple), e attualmente batterista di Vecchioni e PFM. Magnetic si divide tra sperimentazioni (ma non troppo) e suggestioni melodiche (ma non troppo) ma non raggiunge forse le aspettative che si era ripromesso risultando un album piacevolissimo senz’altro, ma non troppo di più. 

 

Voto: 6.5/10
Maurizio Pupi Bracali

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