Adriano Modica LA SEDIA
[Uscita: 27/11/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Adriano Modica, polistrumentista e cantautore nato a Reggio Calabria, ma stabilitosi a Bologna ha suonato il basso con Marco Parente e Ulan Bator, e con questo “La sedia” porta a compimento la sua personale trilogia dedicata ai materiali, e dopo la stoffa e la pietra, tocca adesso al legno, materiale che porta in sé la durezza della realtà, ma è anche caldo, porta i segni del passato che non vuole rimuovere. Ma facciamo parlare l’autore: «”La sedia” è fermarsi, darsi una calmata e guardare al passato per non dimenticarsi di essere stati vivi, al presente per preoccuparsi e chiedersi il perché e al futuro per ricordarsi che c'è sempre un'altra possibilità per fare meno schifo. Considero il coltivare la memoria come la base di un progresso sano, sottintendendo per progresso la rielaborazione delle cose in funzione del benessere e non la manipolazione del concetto di benessere in funzione delle cose.»
Autoprodotto dallo stesso Modica per la sua neonata etichetta, i precedenti erano usciti per Trovarobato, il disco è stato registrato in due anni in analogico nel suo studio privato avvalendosi di numerosi collaboratori, fra i quali l’inglese Duggies Fields, voce radio in Alieni, pittore che ha convissuto con Syd Barrett negli anni immediatamente successivi al suo abbandono dei Pink Floyd . E la figura dell’autore di “The Madcap Laughs” è un richiamo evidente nella musica di Modica, che negli arrangiamenti e nel modo dolcemente malinconico di cantare richiama la psichedelia soffice, stellare e sognante di Barrett, scelta ideale per accompagnare i testi lirici, intimi, visionari di Modica che percorrono le vie dei sogni, della memoria, dell’introspezione in continuo dialogo con la realtà, dialogo difficile, inquieto: «Come son decise le montagne / beate loro, noi invece no», canta in Almeno il cielo è sempre uguale splendida canzone sull’apatia che invischia i giorni nostri.
Adriano Modica è riuscito, più ancora che nei precedenti lavori, a trovare una magnifica sintesi fra testi profondi, mai banali, costruiti non sulla declamazione, ma sulla loro capacità evocativa di suggerire emozioni e riflessioni attraverso le parole e le immagini e una musica altrettanto complessa e suggestiva, grazie alla varietà delle coloriture sonore date dai numerosi strumenti utilizzati, fra i quali mellotron, bassotuba, oboe, fagotto, farfisa, flauto, e dagli interventi del coro. Compongono l’album dieci canzoni, tutte meritevoli di ascolto, ma mi piace segnalare la traccia d’apertura Alieni, il brano più elettrico del lotto, sarcastica e enigmatica riflessione su uno sguardo alieno su un mondo incomprensibile e confuso e l’ultima Ninnananna per Lulù dall’andamento riposante, rilassante ci conduce dolcemente nelle braccia di Morfeo, «anche quando vieni a trovarmi nei sogni tu ridi sempre», mentre il finale dapprima con il coro, poi con il rumore della risacca, un cane che abbaia in lontananza, il rumore di passi ci conduce sul confine indefinibile che separa sogno e realtà. Non lasciatevi sfuggire “la Sedia”, fra tanti cantautori in giro eccone uno che ha cose da dire e musiche da farvi ascoltare.
Ciao Ignazio, mi sta piacendo davvero tanto questo disco sai? Hai proprio scritto bene: c’è molto di trasognato e quasi barrettiano in questi brani e nella voce di Modica. Ma poi trovo che strumentalmente sia davvero OTTIMO! Mi sta ricordando certe idee strumentali dei Beach Boys di Pet Sounds, degli XTC ….davvero bello! Complimenti per la recensione
pasquale wally boffoli