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Forgotten Tomb HURT YOURSELF AND THE ONES YOU LOVE

2015 - Agonia Records
[Uscita: 17/04/2015]

#consigliatodadistorsioni

 

tombForgotten Tomb, realtà di culto nostrana, in attività da oltre quindici anni arrivano al considerevole traguardo dell'ottavo album in studio con questo ultimo "Hurt Yourself and the Ones You Love". Titolo emblematico, in linea con quello che è il genere musicale proposto dalla band: d'altronde non si suona depressive black/doom così per niente. Parliamo di una realtà musicale che nei primi lavori ha pagato un pesante tributo a livello di atmosfere e di sonorità tanto al black metal norvegese più aspro quanto ai primissimi Katatonia, quelli del demo “ELohim Meth JWha” e del primo disco “Dance Of December Souls”. Ma una band sopra le righe, come è giusto che sia, muta direzione musicale nel corso del tempo alla ricerca di un suono personale e di un suo equilibrio distinto. Se “Love's Burial Ground” nel 2004 è stato un primo tentativo in tal senso, il penultimo album "...And Don't Deliver Us From Evil" ed il nuovo Hurt Yourself segnano un forte distacco con il passato.

 

Un sound maturo nel quale sulle componenti black e doom di sempre sono inserite una serie di aperture che ampliano lo spettro sonoro dei Forgotten Tomb. Avvisaglie? Qualche cover scelta in maniera non casuale nel corso degli anni: Nirvana, Black Flag, Stooges. FT 2015 3 copyEsempi? Il riff di apertura di Bad Dreams Come True, che potrebbe provenire dai migliori Alice In Chains privati di ogni forma di luce, che si trasforma in una tempesta black metal nella seconda parte del brano. Tantissimo Seattle sound anche nella title track. Dove per Seattle sound, non fraintendiamoci, sembra di ascoltare qualcosa scritto a Seattle e mandato a raffreddarsi in Norvegia. Ma anche Celtic Frost, immancabili Katatonia e October Tide nei quasi sei minuti di arpeggi del brano di chiusura Swallow The Void. Hurt Yourself and the Ones You Love probabilmente riuscirà a ricucire la rottura fra I fan del primo periodo e quelli dell’ultimo.

 

Voto: 7.5/10
Francesco Patruno

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