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Simon Balestrazzi GHOST SYSTEMS

2016 - AZOTH
[Uscita: 20/05/2016]

#consigliatodadistorsioni     

 

ghost2Questo nuovo lavoro di Simon Balestrazzi è in realtà il frutto di una serie di registrazioni realizzate dall’artista nel lungo arco di tempo tra il 1998 e il 2014. Nuova è però la sintesi che ne fuoriesce che ci racconta un approdo liberante e svincolato dopo un percorso musicale e filologico che negli ultimi lavori era andato a rivisitare svariati generi nelle orbite dell’industrial e dell’elettronica sempre con una vivissima attitudine sperimentale. “Ghost Systems” sembra quasi essere una fusione sensoriale e ambientale tradotta da un suono, o meglio da un flusso sonoro.

Tutto è scarno e minimale, giocato su microvariazioni e droni che rimangono sospesi per poi cadere in dissoluzione. La sintesi finale sembra essere un astrattismo assoluto, un totale distacco da ogni possibile associazione mentale. Le vibrazioni rifuggono da ingabbiamenti e da schematizzazioni semiotiche per farsi magma osmotico puramente affidato all’interiore e alla psicologia del momento. Tutto si rende adattabile, appreso in tempo reale, non indotto da evocazioni o da suggerimenti latenti, sia pure subliminali. Quanto di più vicino all’essenza. Un viaggio post esistenziale di assoluta rottura degli schemi, una specie di rinascita metalinguistica. Sette tracce anonime che si insinuano liberamente tra le pieghe della mente per sublimarla e riconciliarla con l’esterno.

 

simonTra ovattati e sinuosi giochi di sampler e field recordings che si inerpicano in traiettorie indefinite e imprevedibili, lungo strutture diradate e volutamente lasciate aperte. In Ghost Systems appare chiaro che l'approccio estetico non è quello di voler raccontare qualcosa, nemmeno quello di andare a scandagliare iconografie nascoste o testare ulteriormente le declinazioni più eversive del linguaggio. Si va oltre. Gli anni di esperienza hanno permesso a Balestrazzi di forgiare il suono in modo tale che nel suo filtraggio arrivasse di tutto e che tutto questo potesse a sua volta diventare un significante. Qualcosa che la mente di volta in volta disegna e adatta e che l'esecutore tratta e fissa in un flusso che per sua natura esclude la categorizzazione. Ovviamente però questo flusso ci riporta in qualche modo ciò che legge al suo esterno: le atmosfere di inquietudine e smarrimento, il latente senso di desolazione ma anche alcune apnee atrofiche.

simon1Ecco allora che quella che viene compiuta nell'arco di questo tempo di registrazioni è una vera e propria contestualizzazione e ri-collocazione del nostro coevo e dello spazio sociale che ci circonda. L'imperativo della coscienza è una poetica del distacco e della lucidità, l'estraneazione è un estremo rifiuto dell'oggettivazione/dominio che riconcilia l'uomo con la sua interiorità. Nella parte finale della terza e quarta traccia ma, ancor più nella settima, sembra ci si apra ad un itinerario ascetico che travalica pensieri e desideri, ed è solo in questi rari spleen che il flusso dinamico dell'interiorità riesce a captare una sorta di rispondenza armonica, i significanti si staccano dal loro originario contenuto materiale per essere accolti e diventare parte del sentire identitario.

Voto: 7 /10
Romina Baldoni

Audio

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