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17 Settembre 2015 ,

Paolo Tarsi FURNITURE MUSIC FOR NEW PRIMITIVES

2015 - Cramps, POPtraits, Rara Records
[Uscita: 22/06/2015]

#consigliatodadistorsioni     

 

01. Paolo Tarsi - Furniture music for new primitives (cover on line)POPtraits Contemporary Music Collection è una collana dell’autorevole Cramps che giunge con questo disco al suo secondo episodio. Il primo aveva per protagonisti Alvin Curran e Paolo Tofani. Si tratta quindi di una proposta di viaggio nella musica contemporanea, rendendone un omaggio in versione pop ad alcuni tra i principali protagonisti. In realtà la parola ‘pop’ in questo caso ingloba tutte le variabili colte e artistiche che questo genere può comprendere. Con intenti di sdrammatizzazione, con un approccio disinvolto e affidato ad un sentire molto libero ed estemporaneo che assolutamente dimostra di cogliere il senso più autentico e la forza comunicativa del pop, così come dovrebbe essere universalmente fatto. Le otto composizioni di Paolo Tarsi muovono dall’input ispiratore della trilogia di William S. Burroughs, iniziata nel 1981 con il romanzo "Le città della notte rossa", cui seguirono "Strade Morte" e "Terre Occidentali".

 

Dell’avanguardia visionaria e sperimentale dello scrittore, queste musiche riprendono la poesia esistenziale, le divagazioni oniriche volte ad indagare la complessità dell’interiore, la psicologia dell’alienazione nei confronti di se stessi e del circostante. Ne emerge soprattutto una visione deformata e spaventosamente, liricamente intensa, di come gli stimoli esterni e il caos universale possano arrivare a trafiggere l’animo e a mistificarne Paolo-Tarsi-Paolo-Tofani-AREA-Open-Project-1024x684l’essenza. E’ quindi una musica dallo spessore e dalle tonalità drammatiche e crepuscolari. Vi ci passa tutto attraverso, ma la chiave di lettura che ne emerge è quella di una umanità messa a nudo, di una solitudine e di un atterrimento che è fragile e vibrante. Dreamtime si apre con le note decadenti del clarinetto basso dell’ospite Roberto Paci Dalò, posate su una vacuità pregante e cupamente opprimente. Le linee minimali di Cluster #2 acuiscono la sensazione di sospensione. Una deriva spazio temporale ma anche un senso di estraneità a se stessi. Riverberi di organo e arpeggi sparuti che fluttuano e si disperdono in una lontananza antropica. Il pezzo è dedicato a Richard Wright e scritto appositamente per il guest duo che vi prende parte: Enrico Gabrielli (Calibro 35, Der Maurer) e Sebastiano De Gennaro (Baustelle, Luci della Centrale Elettrica), accompagnati dalla prestigiosa chitarra di Diego Donati.

 

tarsiElectric Sakuhin è un free jazz dalla connotazione sperimentale. Annega in un’ambientazione notturna e la fluidità impro è interrotta da interferenze elettriche. Vi partecipa la formazione math dei Junkfood (Paolo Raineri alla tromba, Michelangelo Vanni, chitarra elettrica, Simone Calderoni al basso e Simone Cavina alle percussioni). In the total animal soup of time (an index of secrets) divaga sempre sull’onirismo disturbato di Burroughs, questa volta ispirandosi al celebre poema "Urlo", dell’amico Allen Ginsberg. Colpisce l’interpretazione morbida e ariosa che del testo tarsi1esalta l’estro dell’atto creativo, più che la crudezza o la malinconica condizione di chi è messo ai margini per la propria diversità. A lenta percezione e The melody haunts my reverie si muovono sulla stessa soporifera e labile propagazione, capace di mettere a fuoco tutte le sfumature indistinte dell’allucinazione sensoriale. La presenza di rilievo di Paolo Tofani e la formazione di archi Quartetto Maurice arricchiscono la bellissima Construction dans l’espace et le silence. Un groviglio dada di riverberi e diluizioni capaci di trasmettere l’originalità del caos. Coerente alla filosofia dell’intero lavoro anche l’artwork di Luca Domeneghetti.

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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