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9 Novembre 2015 ,

Erio FUR EL

2015 - La Tempesta International
[Uscita: 06/11/2015]

#consigliatodadistorsioni     

 

Erio cover

Di Erio (al secolo Fabiano Franovich) sappiamo ben poco: ha studiato canto lirico e composizione e ha inviato, su esortazione della madre, una demo a La Tempesta che ha deciso di investire su di lui, producendo “Für El”, suo album di esordio. Nulla di più. Mai come in questo caso lo scarno materiale biografico a disposizione costituisce un vantaggio per l'ascoltatore, perché inverte la prospettiva di analisi, rendendo l'approccio al disco puro e privo di alcun pregiudizio.

Non appena si preme play ogni barriera emotiva di protezione si sbriciola, perché ci si trova di fronte ad un disco dotato di una forza immaginifica straordinaria in cui la musica diventa una placenta in cui rifugiarsi, lontano dalle volgarità del mondo. Für El ci guida per mano negli stessi territori diafani dei Sigur Ros, dove i contorni delle cose appaiono cristallizzati e l'aria diventa all'improvviso rarefatta, sprigionandosi quella irrefrenabile percezione di libertà che ha il retrogusto dell'adolescenza.

L'accostamento più naturale è quello con la musica di Justin Vernon e con le profondità del suo lirismo e di un romanticismo mai stucchevole. E poi c'è la voce di Erio, con l'uso frequente del falsetto capace di raggiungere frequenze impossibili, smaterializzandosi per diventare esso stesso un vero strumento, con modulazioni che svelano infinite striature. “Für El” è una creatura delicata e intensa che entra sotto pelle come un tatuaggio invisibile che disegna bagliori sintetici, armonie che nascono da una nuova via del folk d'autore, come non si era mai sentita sino ad oggi nel panorama italiano.

 

eeeeeeefef-e1446546130195L'arpeggio dell'iniziale Oval In Your Trunk sembra uscire da “My Beutiful Demon” di Ben Christophers, con una ritmica sorda che è un battito profondo su cui la voce del Nostro si riproduce e si sovrappone a se stessa in un toccante turbinio, così come la successiva We've Been Running, con le sue armonie che non lasciano scampo.  Se ci dovessero ancora essere dubbi sulle capacità vocali di Erio basti ascoltare What You Could Have Said unnamed-5-e1446547686963When He Died, But Never Did con un vibrato che disegna sulla tela del cielo una scia di riverbero come quella tracciata dal passaggio di un aereo lontano.

Il groove dub di El's Book e The Reason ricordano il lavoro di Andy Barlow dei Lamb con Fink in “Distance And Time”, delicato e mai invadente su due dei brani più forti della tracklist. Al classicismo della ballata pianistica di Vineyard si abbina l'ossimoro di un intimismo che diventa solenne in Room 4,  che lascia intravedere il sole, allo stesso modo dei fiati inattesi in Cafeteria che insufflano aria fresca nei polmoni.

Für El è uno dei dischi più intensi di questo scorcio di fine anno e si presenta come un dono di autenticità distante anni luce da ogni coolness. E in un mercato sempre più necrotizzato e votato alla celebrazione del nulla è una speranza non da poco.

 

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

Audio

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