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8 Gennaio 2013

Fabrizio Bosso – Luciano Biondini FACE TO FACE

2012 - Abeat Records
[Uscita: 22/11/2012]

Fabrizio Bosso – Luciano Biondini FACE  TO  FACE E' un gran bel disco questo "Face to Face", di Fabrizio Bosso con Luciano Biondini, uscito il 22 novembre scorso, ed è sempre piacevole scoprire la grande versatilità di artisti che scavalcano linee immaginarie con "aperture" ampie come gli orizzonti sonori che abbracciano tutta la musica: dal jazz ai suoi dintorni e oltre ancora. Un incontro avviato già due anni or sono, ma che si concretizza ora in "Face to Face" con una sintesi artistica riuscita quanto originale, in grado di riassumere esperienze passate: la tromba di Bosso con la fisarmonica di Biondini dialogano su temi e linguaggi che spaziano dal jazz alla musica popolare, dal pop al folk, alle melodie mediterranee in un percorso fecondo di suggestioni e richiami mai scontati né convenzionali. Si coglie subito la "chiave" dialogica comune sulla quale i due artisti hanno posto le basi di questo lavoro: man mano che i brani si svelano nel loro intrecciarsi variegato, i colori tenui si trasformano in identità più forti, capaci di fondersi in un unico affresco sonoro.

 

Registrato in aprile e a settembre 2012 (rispettivamente a Pool Studio, Cesano Boscone, Milano e a Groove Farm Studio di Roma), i dieci brani propongono tappe ben misurate su composizioni orginali, su temi da film o su standard, su pagine classiche (Brahms). In Prendere o lasciare (di Biondini) è subito evidente la necessità di incontrarsi, di capirsi subito:  le onde brevi e ritmate del bandoneon non sovrastano mai le lunghe frasi della tromba di Bosso ed è nell'improvvisazione che si coglie una stretta di mano, un saluto deciso; con Bringi (ancora di Biondini) i colori mutano in un dialogo più assorto, meditato. Il richiamo a Nino Rota, nel tema de Il Gattopardo, ci offre lo spunto per una riuscita rilettura delle pagine del compositore, pur nella dimensione (non facile) del duo. Con Africa e Rumba for Kampei  (di Bosso) lo sguardo è rivolto non solo al jazz ma alla cultura africana tout court: Kampei è il figlio di un masai che Bosso ha conosciuto in Zanzibar.

 

Gli standard in chiave jazz sono racchiusi in una riuscita interpretazione di The Shadow of Your Smile (di Johnny Mandel e Francis Webster), una canzone popolare già resa famosa da Sinatra e Tony Bennett. La classica Ninna Nanna è l'occasione per constatare la grande versatilità dei due artisti, alle prese con una pagina molto "bluesy" di Brahms; nelle struggenti frasi di Prima del Cuore o nell'incalzante Choroso (entrambi di Biondini) l'interplay strumentale dimostra un pieno affiatamento, senza il ricorso a facili virtuosismi. Il conclusivo Spirito Libero (di Bosso) è il brano che meglio disegna il solido bagaglio su cui poggia la caratura artistica del duo: un jazz sparso a piene mani, la riuscita ricerca di un linguaggio innovativo nella più autentica tradizione bop. In un recente scambio di battute con chi scrive queste note, Fabrizio Bosso ha confermato la volontà di continuare un percorso di ricerca e artistico molto ampio, aperto alle sollecitazioni che giungono da "tutta" la musica: non solo jazz, ma anche il pop più autentico, con incursioni misurate ma efficaci in altri territori. Coniugare lo studio con l'interpretazione è diventato per lui un imperativo costante della propria vicenda artistica: con uno sguardo a Clifford Brown (l'improvvisazione) e Wynton Marsalis (la tecnica), Fabrizio Bosso si conferma come uno dei trombettisti più originali della scena jazz europea.

Voto: 8/10
Luciano Viotto

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