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7 Febbraio 2015 ,

Mandrake DANCING WITH VIGA

2015 - Riff Records-Audioglobe
[Uscita: 19/01/2015]

#Consigliato da Distorsioni   

 

Mandrake-Dancing-With-Viga-650x640Eccellente questo nuovo lavoro dei livornesi Mandrake: “Dancing with Viga” è un album che, non solo per l’utilizzo della lingua inglese, ma per il suo spessore musicale guarda oltre i confini nazionali alla ricerca del meritato riconoscimento. L’album segue di due anni “Zarastro” il disco con cui ha esordito la band livornese di Giorgio Mannucci, autore, da solo o in collaborazione, di tutte le canzoni qui contenute. Rispetto al disco precedente gli arrangiamenti si fanno più complessi e ricercati in equilibrio fra vocazione sinfonica e spirito weird folk, anche grazie all’uso di strumenti quali gli archi, la tromba, il flauto, il contrabbasso. Una curiosità, quest’ultimo strumento è suonato da Stella Sorgente, attuale vice sindaco della città di Livorno. La voce di Giorgio Mannucci si destreggia con naturalezza e credibilità fra toni più intimi e malinconici e una venatura soul che ricorda anche nel timbro quella di John McCrea dei Cake. I Mandrake disegnano nelle undici tracce una tavolozza molto variegata in cui prevalgono le tonalità tenui e delicate - si direbbe in alcuni momenti che siamo più vicini al Baltico che non al Mediterraneo - sulle quali spargono sprazzi di swing e di ironia e di raffinatezza pop che contribuiscono a rendere più vivo e toccante il tutto.

 

Già l’iniziale Tales of Wizard ci introduce alle atmosfere che caratterizzano la musica di Mandrake, un tono malinconico, ma vissuto con una nota di scanzonata libertà, il violino prima e la tromba donano deliziose coloriture pastello al brano. Altrettanto incantevole il duetto imbastito fra la voce di Giorgio Mannucci e quella dolcissima di Lisa Papineau in una Two Young Lovers, venata di inevitabile romanticismo. La cantante americana è unomandrake dei tanti ospiti che arricchiscono di ricchi e importanti contributi il lavoro della band livornese, tutti gli altri appartengono alla scena della città tirrenica, dai Sinfonico Honolulu a Federico Silvi (Jackie O’s Farm) a Valerio Casini (Bad Love Experience) a Francesco Pellegrini (Nada, Criminal Jockers) per citarne solo una parte. Mom and Dad  ha ritmo reggae e ricorda i già citati Cake, mentre Something To Die For in coerenza col titolo ha toni scuri e tormentati. The End of The World, che si avvale dell’ensemble di ukulele del Sinfonico Honolulu, vive di swing e ironia, Scan Your Eyes possiede il calore e la magia balcaniche delle piccole band girovaghe. La conclusiva San Francisco ci lascia con un senso di struggente nostalgia, sottolineato dal piano e dal canto da crooner di Mannucci, con Piero Ciampi che occhieggia qua e là. 

Voto: 7.5/10
Ignazio Gulotta

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