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15 Marzo 2013

Misachenevica COME PECORE IN MEZZO AI LUPI

2013 - Dischi Soviet Studio/Audioglobe
[Uscita: 14/01/2013]

MISACHENEVICA " Come pecore in mezzo ai lupi" Dischi Soviet Studio/AudioglobeA distanza di circa due anni dall'ottimo EP d'esordio "La mia prima guerra fredda", ecco finalmente il primo full lenght della band padovana. Walter Zanon (voce, chitarra), Antonio Marco Miotti (batteria, percussioni, cori) e Marco Amore (basso, cori) confermano quanto di buono  avevano espresso allora e proseguono il loro cammino evolvendosi ulteriormente. I Misachenevica con "Come pecore in mezzo ai lupi" dimostrano di avere le idee ben chiare circa il loro impianto armonico, letterario e sonoro. Se evidenti sono i sentori di certo pop britannico e di certe asperità garage, il risultato finale è un suono assolutamente personale, mai banale imitazione di vecchi o nuovi modelli, bensì  ispirata elaborazione di stimoli e suggestioni che dà come risultato un proprio riconoscibile suono. Ed è questa l'impronta che lascia una vera  band. Le undici tracce del disco, registrate in analogico e in presa diretta e mixate in soli sei giorni all'Outside/Inside Studio da Matt Bordin, cantante e chitarrista dei Mojomatics, e masterizzate in quel di Chicago da Carl Saff, colpiscono per l'affascinante dualismo che le caratterizza. La dolcezza delle armonie vocali colora il suono aspro e duro delle chitarre, i Beatles incontrano i Nirvana e i Joy Division creando atmosfere malinconiche, ma non cupe in cui i bei testi di Walter descrivono attimi, situazioni, personaggi che abitano questo nostro tempo confuso in cui si rimpiangono passate età dell'oro mai vissute e si fa fatica ad immaginare anche una sola, piccola scheggia di futuro.

 

Folgorante apripista è Figlio illegittimo di Kurt Cobain dove un suono aspro e tagliente avvolge un'accattivante melodia dura e ariosa al contempo. Apridenti è una trascinante, acida e saltellante scarica di adrenalina che riporta alla mente certa rock-wave fine anni ottanta. L'ironica e dolente riflessione di Retromania ("...quest'anno va di moda avere nostalgia di qualsiasi cosa...") è un acuto sguardo sulla mediocrità imperante pronta a riempire il vuoto odierno con dosi massicce di inutili e ipocrite nostalgie. Affascinanti gli intrecci ritmico armonici di 12 Giugno in cui sembra di percepire echi della Dublino marchiata "Boy" o "War". Davvero bellissima Il nostro paese diviso in due dove primeggiano l'ammaliante suono delle chitarre e la seducente costruzione armonica del brano. Dr. Lennon è una minuscola gemma strumentale. Ma ecco che ci si rituffa in torride atmosfere garage con La partita di calcetto infrasettimanale acuta metafora del nostro barcollante incedere quotidiano. Si continua scivolando sui terreni teneramente malinconici di Tasche piene ("...ma ora non riesco a ricordare che ad ogni costo devo dimenticarmi di te..."), Smaltire tra le scimmie o Aiutaci Matteo fino alla conclusiva e struggente Scheletri nascosti ("...a forza di stare nascosti dentro ai nostri armadi gli scheletri hanno preso i vestiti, quelli un pò più decenti, e sono andati a confessarsi..."). Ottimo esordio per una band che invece di muovere i primi passi, corre.

Voto: 8/10
Maurizio Galasso
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