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18 Novembre 2014

...A Toys Orchestra Butterfly Effect

2014 - Urtovox-Ala Bianca-Warner
[Uscita: 11/10/2014]

# Consigliato da Distorsioni
toys coverE'
davvero emozionante seguire il percorso di ...A Toys orchestra giunto ormai alla settima tappa. La band campana ha conquistato l'Italia e l'Europa, affascinandoci sin dagli esordi di “Job” e soprattutto di “Technicolor Dreams” facendo incetta di riconoscimenti e di premi nonchè di un amore immenso da parte delle sempre più numerose schiere di fans. Va detto che rispetto ad album eccelsi quali il succitato Technicolor Dreams e i due “Midnight Talks” e soprattutto “Midnight (R)evolution” il nuovo “Butterlfly Effects” lascia vagamente interdetti. La band fa le cose in grande arruolando Julian Barrett al piano e al synth che quindi si affianca, anche per il tour, a Enzo Moretto (voce, chitarre, synth, piano), Ilaria D'Angelis (voce, synth, piano, chitarra, basso), Raffaele Benevento (basso, chitarre) e Andrea Perillo (batteria), registrando presso il Vox-Ton Studio di Berlino sotto la supervisione di Jeremy Glover (Liars, Devastations fra gli altri). In brani quali Made to grow old, Fall to restart e Always I'm wrong l'elettronica prevale sin troppo resuscitando atmosfere e disegni armonici tipici degli anni ottanta, pur mantenendo un contatto con quelle sonorità aperte e quasi eteree che ci conquistarono in passato.

 

E' un disco pensato per il mercato internazionale e di certo si rivela accattivante, ma forse privo, almeno in questi tre pezzi, del calore tipico della produzione passata della band di Agropoli. Le cose migliorano con My heroes are all dead. La voce di Moretto cesella, a1sofferente ed evocativa, un arrangiamento in crescendo che ci introduce alla validissima Mirrorball dove finalmente il gioco armonico delle chitarre e il sostrato ritmico di basso,a batteria e synth si esprime a livelli degnissimi. Ma è Wake me up a commuoverci con la sua selvaggia tenerezza e la sua solenne architettura sonora. Fra Arcade Fire e Moby. Per aspera ad astra! Ed infatti si sale di qualità ed emozione con la superba Come on, get out! in cui finalmente riascoltiamo la grande band degli esordi. Il paragone con i migliori Sigur Ros viene da sè. Quiver è una ballad da brividi che richiama alla mente arcane alchimie del Bowie di fine Settanta intrecciate ad umbratili sentori Curtisiani. Mary fa esplodere ricordi glam del Gary Glitter di "Rock 'n' Roll", ma con gradevolissima autoironia. In chiusura la trascurabile Take my place (gli XTC che incontrano Battiato che ha appena ascoltato i Beatles?) e la suadente All around the world. Un album forse di transizione, ma non certo deludente.

Voto: 7/10
Maurizio Galasso

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