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12 Gennaio 2016 , ,

Trip Hill AUTOMATIC FOLK & FLOWERS

2015 - Rinfresko Elettriko
[Uscita: 13/10/2015]

 #consigliatodadistorsioni     

 

Automatic folk & flowersFabrizio Cecchi, alias Trip Hill,  magnifico artigiano sonoro fiorentino, è la migliore dimostrazione vivente possibile che fra le pieghe ed i meandri dell'underground italiano si annidano dei talenti di livello internazionale. Pur avendo un passato infarcito di band del versante beat e garage revival è nella sua leggendaria cantina di Calenzano, proprio alle porte del capoluogo toscano, che Trip Hill da il meglio di sè, mettendo a fuoco la miriade d'idee che colorano la sua mente. Una sorta di Bevis Frond nostrano, visto che al pari del funambolo inglese Fabrizio suona davvero tutto, percussioni, basso, chitarre, moog, tastiere ed altre diavolerie elettroniche. 

La sua produzione discografica si divide fra home cassette, cd-r, dischi rigorosamente in vinile più altro materiale disponibile nel solo formato digitale tramite l'ottima piattaforma Bandcamp. Al suo attivo ci sono già molte creazioni sonore, col moniker Trip Hill oltre ad un lavoro a due mani con Piero Papini, pure lui fiorentino, a nome Fractal Mob, sulle scia dei corrieri cosmici teutonici e dei minimalisti a stelle e strisce. Molte cose che il Cecchi aveva registrato solo in cassetta sono comunque disponibili quantomeno su vinile, come nel caso di "Takes from oblivion" (2000), che comprende i brani dei due demo tapes a nome "Expectations" e The wide world over there", con materiale del triennio 1995-1997.

Adesso, dopo l'interessante split con Lamp of the universe (Craig Williamson) con la solita intrigante copertina esce il nuovo disco chiamato "Automatic folk & flowers". Già dal primo frettoloso ascolto non si dura fatica a capire che fra questi solchi ci sono anni d'ascolti non solo di psichedelia, punto fermo e di partenza di tutta la vicenda Trip Hill, ma pure di corrieri cosmici, cantori acidi e sperimentatori sonori.

 

hillL'inizio in sordina di Arthur sembra per di più una semplice ouverture per le cose a venire. Guess i was dreaming è una canzone da tempi antichi, anni sessanta ovviamente e ci resta impossibile non destare ancora il fantasma di Syd Barrett per la milionesima volta. Altre meraviglie sonore sono dietro l'angolo, basta saper aspettare e continuare nell'ascolto. Spinning crown è una long track psichedelica che più acida non si può. Basterebbe il solo uso dell'electric sitar a testimoniare il tutto, in più anche la voce filtrata di Fabrizio, oltre alle chitarra di Claudio Macchia,  contribuiscono a creare una intrigante sensazione di voli pindarici. Gran bel pezzo, sullo stile degli ultimi grandiosi No Strange, in linea quindi col meglio dell'attuale scena psichedelica europea. Nemmeno il tempo di riprendersi che arrivano i 7'30" di Voice's from the future, la traccia più lunga dell'intero lavoro. Qui la bussola di navigazione ci indica i Pink Floyd di "Ummagumma", versante live 0006142805_10ed in generale i gruppi teutonici della Ohr/Pdu, i primi Tangerine Dream potrebbero andare bene a puro titolo d'esempio. 

 

Ci pensa Stone ballroom ride, altra splendida cavalcata acida, a riportarci su territori più normali, un brano ricco di tensione che sembra esplodere da un momento all'altro. Turkish house è uno strumentale d'effetto, vagamente orientaleggiante, forse un pò accademico ma sempre molto gustoso, mentre spetta a Sunshine (here's a day) chiudere il disco.

Questa è una traccia chitarristica davvero affascinante, personalmente mi ha ricordato quei bellissimi strumentali dei Popol Vuh periodo '73-'74, quando Daniel Fichelscher ci regalava delizie strumentali comehill  Morgengruss ("Einsjager & Siebenjager"). Le sette tracce sono state registrate con l'inseparabile 4-tracks Cassette Tascam Portastudio, che è stato il primo registratore a quattro tracce basato su una compact audio cassette. Il tutto avviene ben 20 anni dopo che Trip Hill iniziò la sua personale avventura solista, quando registrò il suo primo demo, il già citato Expectactions del 1995.

Automatic folk & flowers è nuovamente un disco vincente, in una discografia immacolata come quella di Trip Hill,  priva d'episodi deboli, con i vari capitoli mai sotto un livello di pura eccellenza. Uno dei personaggi più interessanti e geniali usciti negli ultimi vent'anni qui in Italia, oltre che poliedrico musicista, sullo stesso livello di un'altro validissimo sperimentatore sonoro come Humpty Dumpty, che parte da traiettorie sonore non così differenti da quelle del fiorentino. Underground purissimo, nella più vera accezione del termine.

 

Voto: 8/10
Ricardo Martillos

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