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17 Giugno 2014 , ,

Maurizio Abate A WAY TO NOWHERE

2014 - Boring Machines, Black Sweat Records
[Uscita: 15/05/2014]

maurizio-abate--a-way-to-nowhere-2014# Consigliato da Distorsioni

 

In qualche modo avevamo incontrato Maurizio Abate per vie traverse, occupandoci dei dischi di Eternal Zio, In Zaire, Rella the Woodcutter e BeMyDelay. Nome ricorrente anche per collaborazioni con artisti presenti agli svariati Mu.vi.ment.s, che nelle ultime tre edizioni hanno visto la partecipazione della sottoscritta (nda): Alberto Boccardi, che collabora in questo disco solista e Al Doum and the Faryds. I sei pezzi di “A way to Nowhere” rappresentano il coronamento ideologico del viaggio introspettivo inaugurato dal bellissima monotraccia “Third Dimension Blues” (2010, 8mm Records). Una rielaborazione del blues che incanala le sue energie evocative verso ricerche più oscure, verso radici e sentori etnici più indefiniti, attinenti alla sfera intimistica e visionaria del viaggio mentale. Il disco è frutto di un anno sabbatico dell’artista, dedicato alla contemplazione solitaria nel raccoglimento di una casa tra le montagne. Una specie di romitaggio simbiotico tra la natura e il proprio inesprimibile o, se vogliamo, una ricerca di parusia nel senso più platonico del termine. Questo luogo non luogo è in qualche modo un abbandono mistico che si serve della semiotica e delle suggestioni arcaiche per rielaborare un ideale punto di congiunzione tra consapevolezza di provenienza e bisogno di astrazione.

 

Il suono e le sonorità diventano allora evocazioni rarefatte, flussi per mettere in comunicazione l’essere e le dimensioni parallele che lo sfiorano ed in cui le linee spazio temporali si disgregano. L’ambient atmosferico di Into the Void con le languide dilatazionimaurizio abate psichedeliche e l’effettistica noise sperimentale. Silent Tree, una deriva cosmica in cui la direzione sensoriale viene di volta in volta affidata alle trame sonore costruite su un’elettronica soporifera e i gorgheggi sussurrati dell’ospite Marcella Riccardi (BeMyDelay). Toward the Outside contiene spezzoni filtrati di un’intervista a Aldous Huxley. Ancora una volta musica, esoterismo, trascendenza, illusione ipnagogica entrano in perfetta connessione. La meraviglia di questo disco è quella di mettere in contatto, attraverso un ātman introspettivo, mitologia arcaica naturalistica e mito psicologico (valore cosmico universale dell’esperienza interiore) attraverso cuore e musica, attraverso la suggestione immaginifica e visionaria, attraverso il flusso del kāma che unisce desiderio e psiche. Questo concetto si delinea soprattutto nel brano Shiva’s Breath con un’immersione liquida increspata dalle corde dell’hurdy gurdy e nella contemplazione tantrica di Land of Thoughts, con una scia progressiva e ipnotica di oltre 14 minuti.  Notevole anche l’omaggio finale agli Animals con Rising Sun Blues (conosciuta col titolo di The House of the Rising Sun, nda) riletta in chiave ‘allucinata’ (la casa ideale del pensiero creativo, il luogo non luogo appunto) vero omaggio al blues esoterico sciamanico delle origini.

 

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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