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17 Ottobre 2015 , ,

Glen Hansard DIDN’T HE RAMBLE

2015 - Anti Records
[Uscita: 18/09/2015]

Irlanda    #consigliatodadistorsioni     

 

glen hansard 1035x1035-MI0003897462Bisogna avere vissuto a fondo, incontrato tanta gente e guardato i volti di ciascuno, ascoltato tante storie e percorsa tanta strada prima di scrivere un disco come “Didn't He Ramble”. Perché ogni singola nota e ogni singola parola dell'ultimo album di Glen Hansard lascia percepire sin da subito l'autenticità di chi con la propria arte trasforma la vita in un racconto delicato che celebra la poetica dell'esistenza con la sua irriducibile energia e le sue inevitabili imperfezioni.

Di cose da dire Hansard ne ha tante, considerato che ha annoverato esperienze come attore in “The Commitments” e in “Once”, per cui ha vinto l'Oscar come migliore canzone per Falling Slowly, come presentatore nel talent Other Voices: Songs from a Room, oltreché come frontman della band The Frames. Nel 2012 Hansard pubblica “Rythm And Repose” avviando una carriera solista che viene confermata con il nuovo album "Didn't He Ramble" in cui prosegue nella frequentazione delle stanze accoglienti di un folk frammisto ad aromi irish e di un pop con venature autoriali, mescolando la tradizione con una sottotraccia di soul bianco che rimanda al Van Morrison di “Moondance”. 

L'album è stato registrato tra l'Europa e gli USA con quattro diversi producers e mix engineers, a riprova di una cura certosina nella produzione del suono e degli arrangiamenti: a New York da Patrick Dillet (Sufjan Stevens, David Byrne & St.Vincent, The National), a Chicago da Tom Schick (Wilco, Low), mentre a Dublino e Noyant La Gravoyere dai fratelli David e Karl Odlum (The Frames).

 

glenQuello che ne viene fuori è un prodotto raffinato ed originale nella scrittura, pur essendo inevitabilmente derivativo, nel senso migliore del termine, con l'utilizzo di una sezione orchestrale arrangiata da Rob Mose e Thomas Bartlett che riesce, senza mai eccedere nei toni, a sottolineare i momenti di maggiore pathos. Glen non sa aspettare e piazza il capolavoro dell'album all'inizio della tracklist. Non appena si preme play parte Grace Beneath The Pines che stende al primo ascolto. Si alza un vento leggero e poi impetuoso che ha il sapore di quella struggente malinconia che ognuno di noi ha provato almeno una volta nella vita.

Con la successiva Wedding Ring si entra in una dimensione bucolica con la voce del Nostro che si fa sempre più calda ed avvolgente, così come in Winning Streak. Ma glen1Hansard non viaggia col pilota automatico ed è così che incontriamo due gemme: l'accorata Her Mercy che ricorda gli Stones più romantici e soul, con tanto di esplosione di fiati alla Stax e le voci del SUSO Gospel Choir, e il delicato valzer di McCormack's Wall dove il piano danza con il violino di John Sheahan. Ai chiaroscuri di Paying My Way fa seguito la magnificenza di My Little Ruin con un ritornello che è come un urlo e Just To Be The One con il suo sincopato mood jazzato. Didn't He Ramble è un amante perfetto, ti conquista immediatamente, non tradisce e ti abbraccia quando ne hai bisogno. Uno dei dischi dell'anno.

 

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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