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16 Dicembre 2017 ,

Demdike Stare COSMOGONY – Tape

2017 - Boomkat-DDS
[Uscita: 21/09/2017]

Inghilterra   #consigliatodadistorsioni  

  

demdike stare DDS029_dist_preview_2L’acume e la lungimiranza dei Demdike Stare questa volta li ha portati a pescare direttamente dall’archivio di musica d’avanguardia del GRM (il francese Groupe de Recherches Musicales fondato nel 1958 da Pierre Schaeffer e diventato Institut National Audiovisuel INA-GRM nel 1975). Ricordiamo che l’anno scorso hanno avuto il privilegio della presenza al 53° Festival di Nuova Consonanza per un dj set del mitico GINC (Gruppo Improvvisazione Nuova Consonanza).  Negli ultimi decenni, proprio grazie all’interesse di musicisti appartenenti al contesto così detto popolare come lo stesso duo Demdike Stare (Sean Canty e Miles Whittaker) o anche Stephen O’Malley dei Sunn O))), molte delle prime sperimentazioni elettroniche compiute in area colta e conservate negli archivi di prestigiosi istituti di ricerca sonora, sono state finalmente messe a disposizione di un pubblico più vasto attraverso ripescaggi, performance o manifestazioni promozionali. Il fascino di questo materiale sembra proprio essere quello di una mancanza di finitura che restituisce all’ascolto la genuinità di un approccio estemporaneo fatto con dei mezzi ormai assolutamente rudimentali rispetto all’odierno progresso tecnologico. Vi è quindi un magico intreccio di tradizione e futurismo naive che racconta in modo poetico e fantasioso le nostre radici in un momento storico apicale di passaggio dalla prassi compositiva ortodossa all’esigenza di introdurre nuovi linguaggi capaci di lasciare spazio ai suoni trovati e riprodotti con fonti di emissione atipiche. 

 

1Ne esce una cassetta emblematica e accattivante, anomala e rispettosa dell’epoca che celebra scegliendo proprio di offrirsi in un supporto su nastro per rendere omaggio ai pionieri della tape music e ai tagliatori incollatori di celluloide con forbici e adesivo. Si spazia dal concretismo all’Inner Space, dal bruitismo al noise drone e questa volta si concilia con efficacia e con perfetto tempismo narrativo il metodo elettroacustico, caldo, vibrante, carico di umanesimo artigianale e intuizione e metodo digitale, efficiente, scarno, glaciale e limpido. Una lectio magistralis che mette d’accordo tutti e concilia le mille sfaccettature del percorso musicologico dell’ultimo secolo, posandolo con grazia e brillante acume nell’incompiutezza e nell’abulia del nostro tempo contraddittorio e problematico, indicandoci coordinate preziose sul giusto modo di procedere in avanti. I Demdike Stare (nella foto a destra) dimostrano di prestare attenzione al suono in quanto tale e in tutti i loro lavori lasciano che a sprigionarsi sia la sua grande potenza evocativa che lacera le Demdike_Stare_Picture_1297779799barriere e i limiti degli idiomi per seguire un magnetismo universale, una evanescenza ineffabile e ingovernabile quanto il caos dell’eterno movimento. La cosmogonia del suono come luce del risveglio attinge la sua grandezza e il suo mistero dal primigenio e casuale moto meccanico che innesta la reazione. Poi si va, si ingloba tutto e tutto è funzionale, tutto è carica, sfida e spinta. Tutto necessita e tutto si fonde in una materia informe e incandescente che si rinnova e si plasma di continuo. Loro lo hanno capito alla stregua dei nostri grandi numi tutelari della storia elettroacustica, da Edgar Varèse a Luciano Berio a Franco Evangelisti, da Karlheinz Stockhausen a John Cage, da Iannis Xenakis a Pierre Henry. Vale la pena affrettarsi a comprare una piastra e leggere la storia in due sfaccettature, il lato A e il lato B, il passato e il futuro, la cultura popolare e l’accademia, l’uomo e la macchina, la nota e il rumore. Siamo noi a compiere la scelta finale. 

 

Voto: 8/10
Romina Baldoni

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