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25 Novembre 2013 ,

Sébastien Tellier CONFECTION

2013 - Record Makers
[Uscita: 11/11/2013]

SEBASTIEN-TELLIER-new-album-CONFECTION“Confection” è un’ idea di packaging elegante, idonea ad avvolgerci. Certo, dipende dalla propensione allo slancio romantico. E se poi ci riveliamo patinati dentro. Ma bisogna anche soffrire di traversie d’amour e/o individuare location che riescano a coniugare la bisogna. Struggenti melodie e sentimentalismi orchestrali che non lasciano scampo. Molto ambientalismo evocato, molti echi nei pianoforti, nei sintetizzatori e nelle chitarre acustiche: new age? Ludovico Einaudi? Gli Air più dolciastri? Sì. In questo album, tanto neo francesismo atmosferico, che ammicca al rimpianto, alla vacanza (Club Med) vissuta in solitudine per riparare il cuore spezzato. All’ emozione che inumidisce la palpebra, quando il cielo albeggia o tramonta (peu importe). Il mare innanzi a noi col vento che scompiglia e  sospiri per inghiottire i ricordi, sorseggiando un calice che magari piace poco, ma non rovina l’incanto. Non vorremmo commiserarci ma in fondo lo facciamo. Siamo tristi e perfetti così. In una cartolina che desideriamo diventi souvenir di nostre personali menate. Ecco a cosa porta questo nuovo titolo di Sébastien Tellier. Non che il musicista francese non ci abbia  abituati a svisate sentimentali (nell’ultimo e più vario “My God Is Blue”, 2012). E’ che in questo album, l’irsuto autore, ha deciso di spingersi fino ai limiti dello stucchevole, tuttavia senza mai superarli grazie ad una classe che gli va riconosciuta.

 

SEBASTIEN-TELLIER-The-GROUNDSebbene distribuita in soli trentaquattro minuti per 14 pezzi, va detto che tale selezione presenta un concentrato di zuccheri a rischio overdose, così come tracima la tenuta di una scaletta che non schioda da quanto sopra. Pur non volendo indulgere in personali condiscendenze, maturate dopo ripetuti ascolti (ahia!). Di fatto, si ha un album di soli strumentali, salvo il cantato del singolo L’Amour Naissant, ripreso poi in diverse versioni (quanto di Gainsbourg nella progressione pianistica), o l’ inserto di un mezzo soprano nell’iniziale Adieu,  o la diversità bandistica di Waltz, che a fatica distanzia l’esprit complessivo di un album commosso. Per il resto un desiderio  di intenerimento che culmina in brani come Adieu Mes Amours; Hypnose che piacerebbe a Vangelis; Adieu Comme un Jeu e Curiosa, interludi di caratura classicheggiante e Le Delta Des Amours che, fossimo cinici, eleggeremmo a sigla di qualche serial tv strappacore. Ma il brutto è che cinici in questo caso non siamo (ri-ahia!). Va da sé che il gusto love-oriented un po’ troppo affettato di Sébastien Tellier, ci induce a rifuggere da trepidazioni e voluttà siffatte. Ma è pur vero che certe sensibilità possano (ri)emergere. E questo cd bastardo, ce lo fa capire.

 

Voto: 6.5/10
Marco Prina

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