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9 Maggio 2015 ,

James McMurtry COMPLICATED GAME

2015 - Complicated Game Records
[Uscita: 24/02/2015]

Stati Uniti    #consigliatodadistorsioni

 

james mcmurtry Complicated game coverJames McMurtry, di Forth Worth, è l'ennesimo figlio della grande tradizione texana di magnifici songwriter. In questo stato sudista sono infatti nati alcuni dei migliori esponenti della grande tradizione di storytellers a stelle e strisce. I nomi sono noti a tutti, basterebbero quelli di Townes Van Zandt,  Willie Nelson, Guy Clark e Terry Allen, ma l'elenco è lunghissimo e certamente si rischia di fare torto a qualcuno non menzionandolo. James McMurtry, pizzetto, cappello ed occhiali rotondi, non è certo l'ultimo arrivato, ha superato i 50 da un pezzo ed il suo disco di debutto, l'ottimo"Too long in the wasteland" risale ormai al 1989.  Non è certo quel che si suol dire un compositore prolifico visto che fino ad oggi ha sfornato solo nove dischi in studio in 26 anni di attività discografica. Anche il nuovo album, "Complicated game", che esce per l'etichetta che porta lo stesso nome, arriva dopo 7 anni dal precedente "Just kids" del 2008. James McMurty è stato spesso incanalato nel filone dei cantautori politicizzati, termine non propriamente esatto nel suo caso, ma è fuori di dubbio che in qualche modo le sue canzoni non siano certamente banali. In questo ultimo disco, dopo che 7 anni prima aveva parlato della Bush generation, si limita a raccontare ed osservare di come può essere la vita degli americani in un epoca di profonda incertezza e rassegnazione.

 

james-mcmurtryPer questo ritorno dopo molto tempo ha fatto le cose in grande, invitando alla registrazione del disco, in quel di New Orleans, dei musicisti di classe, tra cui Derek Trucks ex Allman Brothers Band, Benmonth Tench, tastierista di Tom Petty e il bravo banjo player Danny Barnes. Molto bella l'apertura di Copper Canteen, voce profonda con accento e cadenze da perfetto texas songwriter e tensione che si mantiene alta per tutto il brano, al pari della seguente You got to me, splendido slow con sonorità che ci hanno ricordato quelle il bravo Nels Andrews, altro artista ignorato da tutti. E' proprio il banjo di Danny Barnes a fare da padrone in diversi episodi del disco, in primo piano nel country stradaiolo di Ain't got a place, in How'm i gonna find you know, al limite del reading dylaniano e in Deaver's crossing. Ci sono però altre ballads di rara intensità, in particolare le Jamestracce più lunghe dell'intero album, come i 7 minuti della profonda Carlisle's haul,  e la bella Long island sound, con la sua aria pastorale, con le Uillean pipes che dettano legge, due brani che sembrano provenire da terra di  Cornovaglia o d'Irlanda, e che avrebbe potuto scrivere uno come Bap Kennedy. Complicated game è ancora un disco riuscito, nella media della parca produzione di McMurtry in tutti questi anni che lo hanno visto fra le menti più sincere di un certo modo di scrivere canzoni. A giudicare da lavori come questo si può tranquillamente affermare che la tradizione texana continua a dettare legge.

 

Voto: 7/10
Ricardo Martillos

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