David Grubbs & Taku Unami Comet Meta

Di David Grubbs, acuto sperimentatore e manipolatore di suoni chitarristici, sappiamo tutto: sin dai tempi degli Squirrel Balt e passando per i Bastro e i fondamentali Gastr Del Sol, con il genio obliquo di Jim O’Rourke; inoltre, il Nostro giammai ha disdegnato incursioni nell’arte contemporanea, tramite collaborazioni con scrittori e composizioni per installazioni. Di Taku Unami, al contrario, si sa molto di meno. Chitarrista giapponese di grande tecnica, Unami non è non è nuovo alla collaborazione con Grubbs: infatti, nel 2018 era uscito l’album “Failed Celestial Creatures”, basato sui racconti di matrice mistico-naturalistica dello scrittore giapponese Atsushi Nakajima, morto trentatreenne nel 1942. Esce ora per i tipi della Drag City Inc. questo nuovo tassello strumentale, “Comet Meta”. Sei frammenti per due chitarre ed electronics che creano un percorso mentale di sdrucciolevole bellezza, alla fine del quale ogni equilibrio interiore è messo in discussione. Già dall’iniziale Comet Meta, lungo i dieci minuti della composizione, si è come rapiti in un universo parallelo, dove ogni barlume di coscienza di sé è obnubilato da velari sonori. Un sottofondo rumoristico fa da cornice a quieti tocchi di chitarra in Mirror Auction At Echo Decor, creando un contrasto di notevole impatto avanguardistico. Su un morbido tappeto di note s’adagia la linea chitarristica di Nothing Left To Hear But The Night, mentre dal taglio decisamente più sperimentale è l’ondulazione sonora di Thrumming House, con un effetto-eco che disorienta e ammalia contestualmente. L’episodio artisticamente più felice dell’album, a nostro avviso, è rappresentato da The Furthest Farthest, un irradiarsi di note circolari che rinviano a immagini di cieli vesperali sfiorati dalla soffice ovatta di nuvole di passaggio. A chiudere, Walking Corpse In An Old House, dalla linea decisamente sperimentale. Un album pregno di suggestioni avanguardistiche di notevole fattura.