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2 Febbraio 2015 ,

Matana Roberts COIN COIN CHAPTER THREE: RIVER RUN THEE

2015 - Constellation Records
[Uscita: 03/02/2015]

 USA   #Consigliato da Distorsioni     

 

CST110cover_900pxIl progetto “Coin Coin” di Matana Roberts, sassofonista, compositrice e agitatrice culturale di Chicago, giunge al terzo capitolo, il più ambizioso ma anche quello che riserva maggiore difficoltà all’ascolto. Si tratta di un lavoro intimo, in cui la Roberts agisce totalmente da sola. Campionamenti atmosferici, voci registrate (quella del padre come quella di Malcom X), la voce usata come spoken words o un semirecitato che non segue una linea melodica veramente tale, il sax, strumento principe della compositrice, che rimane sullo sfondo improvvisando abbellimenti sonori, nemmeno in tutti i capitoli del disco. Scriviamo capitoli e non brani o canzoni perché di ciò non si tratta; ci troviamo di fronte a qualcosa di più simile ad una performance di arte concettuale che non a un’esperienza musicale propriamente detta. Qui di musica ce n’è ben poca. Non si prenda questo commento come negativo: ogni artista ha diritto di esporre il proprio pensiero come più gli aggrada. Ma se dobbiamo intraprendere un’analisi del disco in quanto tale, ciò rimane molto difficile, se non inquadrandolo nel percorso complessivo del progetto Coin Coin.

 

Il primo capitolo “Gens de couleur libres”, esplorava il jazz contemporaneo nei suoi aspetti più contrastati, sia dalla critica che dai musicisti stessi: il free, la collaborazione coi musicisti rock, post rock nel caso della Roberts, che a Chicago è la norma. Il secondo, Matana RobertsMississippi moonchile”, tornava alle radici del blues. Qui si affronta la Storia, il confronto tra la popolazione nera e quella bianca, soprattutto i conservatori che più hanno oppresso il popolo e rifiutato le regole umane della civile convivenza. Inevitabile che Matana non potesse fare un disco “bello”, o peggio ancora, “carino”, dovendo sviscerare tali argomenti. Quindi spazio alla voce, al suono puro, e a pochi omaggi alla tradizione musicale, sia free che bop, con unmatana sax debitore tanto di Jackie Mac Lean quanto di Anthony Braxton. Di conseguenza non ci sentiamo di comprimere la valutazione in un voto: è un’opera altamente soggettiva, e tale non può che essere la valutazione. Ogni ascoltatore deciderà se un disco di questo tipo può essere importante per la sua storia personale quanto lo è per la musicista e per il popolo che rappresenta. Il progetto Coin Coin prevede dieci capitoli, ognuno dedicato ad un’antenata di Matana. Solo alla fine del progetto (sempre che l’autrice non cambi idea, come è già capitato a ideatori di opere titaniche, vedi Sufjan Stevens col progetto dedicato ai cinquanta stati dell’Unione) si potrà dare un giudizio definitivo. 

Alfredo Sgarlato

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