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10 Settembre 2012 , ,

The xx COEXIST

2012 - Young Turks
[Uscita: 10/09/2012]

The-xx-CoexistLa stampa inglese è sempre in cerca della “next big thing”, il gruppo che segnerà la strada per il prossimo decennio (o meglio, semestre, viste le abitudini delle riviste di oltremanica), e spesso quella italiana ama seguirla. Non è sbagliato, fa parte del gioco. A volte, sfogliando quei libri tipo “I 500 dischi fondamentali...” mi viene da pensare che bastava fermarsi al 1967, lettera B, per avere tutto dalla vita, ma io per primo mi contraddico e continuo la caccia ai gruppi sconosciuti come facevo quando avevo diciotto anni. Adesso la band che scotta sembra essere The xx, nati come quartetto in perfetta parità dei sessi e attualmente ridotti a trio per l'abbandono della tastierista. Il gruppo ha inciso un primo disco nel 2009, una discreta raccolta di fragili canzoni pop. Qui, nel nuovo album “Coexist”  la ricetta non cambia: abbiamo undici brevi canzoncine, malinconiche e intimiste, giocate sull'alternanza delle due voci, maschile (Oliver Sim) e femminile (Romy Madley Croft), contornate da chitarre sognanti e bassi insistiti, come da tradizione inglese.

 

I ritmi, a cura di Jamie  Smith, sono spesso lenti e le percussioni assenti o molto minimali.  Chi ama certe sonorità tipicamente inglesi, brumose e autunnali (è il momento adatto, dopo un'estate così torrida), ripenserà a gruppi come Prefab Sprout, Everything but the girl, Lush, My bloody Valentine, tutti molto diversi dagli xx nello stile, ma possibili loro ispiratori. Gli XX non sono certamente il gruppo che salverà il mondo o che cambierà la storia della musica, ma questo non vuol dire che il disco sia brutto, anzi. Le qualità della scrittura è abbastanza buona, servirebbe una maggiore varietà negli arrangiamenti, chi come me è quasi anziano preferirebbe non sentire quella noiosa cassa in quattro senza accenti. Piace di più quando i ritmi si fanno più spezzati, più crepitanti, permettendo di collocare il disco nel 2012 e non nel passato.  Alcuni brani comunque spiccano: la melodia soul di Chained; la malinconia giovanile (alla Cure periodo “Faith”) di Fiction; la nostalgia di Sunset; la delicata Tides; manca però un brano killer, come Shelter o Christalized, dal primo album, erano più incisive. In breve, è un disco carino, ma di dischi carini ne escono dieci al giorno.  Vorremmo qualcosa di più ma è difficile ormai trovarlo. Se il vostro gusto musicale si è formato negli anni '80 e nei '90 meno alla moda, questo disco vi può piacere, ma non quanto gli originali sopra citati. 

 

Alfredo Sgarlato

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