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22 Ottobre 2022 , ,

Porcupine Tree Closure/Continuation

2022 - Music For Nations/Sony Music
[Uscita: 24/06/2022]

Nell’autunno del 2009, all’indomani del rilascio del controverso e ridondante “The Incident”, si rivelò intensa in noi la percezione che la corsa sfrenata dei Porcupine Tree (sei album rilasciati in un decennio) avesse necessitato di un un pit stop meditativo. Una pausa per tornare a raccogliere impressioni fresche ed aggiornare quegli intriganti cliché che, nonostante avessero dispensato popolarità e successo, stavano correndo seriamente il rischio di insinuarsi in corridoi di infausta prevedibilità. In buona sostanza uno ‘sciogliete le righe’ doveroso, fisiologico. Non è stato così casuale che, di lì a poco, Steven, Richard, Colin e Gavin si siano misurati nel concepimento di ambiziosi progetti solistici (a carico del quartetto in totale se ne contano una dozzina in poco meno di due lustri), fattive collaborazioni in territori progressive (dai Pineapple Thief di Harrison ai Burnt Belief di Edwin passando per i Blackfield di Wilson) e performance live in giro per il mondo. Ognuno per la propria strada, rigorosamente. Un distacco cercato, voluto, che ha cessato di essere tale solamente nel novembre 2021 quando ufficialmente è stata annunciata la ripartenza delle attività all’ombra dello spinoso e benamato moniker. Il solo Colin Edwin ha declinato l’invito rinunciando al coinvolgimento nella ‘reprise’ e relegando di fatto il tuttofare Wilson al doppio ruolo di chitarrista-bassista (come ai tempi della trilogia iniziale di inizio novanta). Battezzato eloquentemente “Closure/Continuation” ed anticipato da ben quattro singoli promossi tra novembre e giugno, l’undicesimo capitolo a firma Porcupine Tree si rivela progetto di buona fattura seppur non riesca a suscitare particolari sussulti in termini d’imprevedibilità stilistica. Il trio dispensa l’abituale maestria tecnica nel dimenarsi tra incantati scenari prog (Chimera’s Wreck), grigie atmosfere sintetiche (Walk The Plank) dilatate ballads dal retrogusto floydiano (Of The New Day e Dignity) ed aggressive sovrapposizioni ritmiche in territori hard (Rats Return e Heard Culling) redigendo una scaletta densa di quelle essenze primarie che ne contraddistinguono l’invidiabile background artistico. Wilson, Barbieri ed Harrison, da quei navigati professionisti che sono, risultano convincenti nella performance sebbene evitino scrupolosamente la penetrazione in lande sconosciute, rimandando curiosità esplorative sonore ad occasioni future. Considerando la prolungata lontananza dalla scena c’è tutto sommato di che accontentarsi, accogliendo “Closure/Continuation” come un insperato viatico per estimatori caduti in crisi di abbandono. In chiusura un suggerimento per gli ascoltatori più distratti; da recuperare assolutamente le interessanti bonus tracks inserite esclusivamente nella versione deluxe. Un vera pecca il loro taglio dall’ordito essenziale.

Voto: 6.5/10
Alessandro Freschi

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