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6 Maggio 2014

Ben & Ellen Harper CHILDHOOD HOME

2014 - Concord Music Group
[Uscita: 06/05/2014]

ben ellen harper

# Consigliato da Distorsioni

 

Quanto inchiostro scorrerà ancora per descrivere il talento di Ben Harper? Pagine e pagine già dal disco “Welcome to the cruel World” (Virgin Records, 1994), che ha gentilmente terremotato l’Indie Rock fondendo tutte le radici della musica americana in un sound, ora come ora, riconosciuto a livello globale. Ma questo talento dov’è nato? Che latte ha succhiato? Quali archetipi hanno plasmato il suo stile? Avevamo l’indirizzo: il retrobottega del Folk Music Center, Yale Avenue, Claremont, California, Stati Uniti; ma ora abbiamo un disco con le canzoni che ce lo raccontano: “Childhood Home” cantate da lui e da sua madre, Ellen. Ben Harper fin dall’esordio ha avuto l’immensa capacità di gettare ponti musicali verso il cuore dei/delle fans ma questa volta siamo davanti ai suoi ricordi, qualcosa di più intimo. 

 

Troviamo la sua infanzia passata fra chitarre, banjo, tablas, ukulele, ogni sorta di strumenti musicali e personaggi come Ry Cooder, David Lindley e Taj Mahal, la sua vera famiglia allargata, che gli hanno dato lezioni di musica e di filosofia, che il giovane Ben Harper ha assorbito come una spugna. Childhood Home è folk americano nudo, diretto, da stradeben-harper-childhood-home- polverose, dritte che si perdono in lontananza come Farmer’s Daughter o Heavyharted World.  Molte altre canzoni girano per il disco ugualmente nude e crude ma con quel tocco che solo Ben Harper riesce a dare ai suoi slow; il cd inizia proprio con uno di quelli che potrebbero portare il sole in piena notte: How could we not Believe. Altre girano semplicemente lontano dal blues e dal rock degli ultimi dischi, riportando alla mente i dischi unplugged di “Live from Mars” (2001, Virgin Racords) e Both side of the Gun” (2006, Virgin Records) come Learn it again Tomorrow. In Childhood Home c’è Ben Harper, lo si può incontrare così come si farebbe con un amico che ti racconta la sua infanzia, in un disco che nessuno si sarebbe aspettato in questo momento della sua carriera; ma il cantautore statunitense ha abituato fans e critica a non legarsi troppo ad uno stile, a prendere tutto della sua musica o lasciarlo andare per la sua strada.

 

Voto: 8/10
Pietro Bizzini

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