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18 Maggio 2013 ,

Charlie Patton's War Charlie Patton’s War

2013 - Unsigned
[Uscita: 25/04/2013]

Charlie Patton's WarQuesta recensione è nata da un equivoco bell'e buono: e cioè che si trattasse di una compilation del grande e seminale bluesman originario del delta del Mississippi Charley Patton, trapassato a soli 43 anni nel 1934. Mentre già pregustavamo sonorità blues scarne e basiche ed un bagno di purezza e verginità sonora, l'attacco di batteria del primo brano ci ha messo di fronte ad una realtà che di primo acchito ci è parsa piuttosto deludente, viste le iniziali grandi aspettative: trattasi invece di band di blues rock elettrico originaria di Bloomington, Indiana, nata nel 2010, formata da Aaron Frazer (drums/vocals), Blake Rhein (guitar/vocals), Kyle Houpt (guitar), Justin Hubler (keys). Quattro ragazzi innamorati persi del blues del grande Charley Patton, che coerentemente con la loro ragion sociale, hanno ritratto in una foto calcante in testa un elmetto e con il manico della chitarra impugnato a mò di mitraglietta: piuttosto paradossale, il povero ignaro Charley invece si travestiva da stregone africano ed aveva casini vari con la polizia (Hish Sheriff Blues).

 

L'idea sarebbe giustificata invece se i quattro per 'guerra di Charlie Patton' intendano una metafora, un'azione pacifica di purificazione sonora all'interno di un panorama musicale artefatto e privo di stimoli, ma questa ipotesi potrebbe essere suffragata solo dalle parole della band. Non tutto il male comunque viene per nuocere: questo equivoco è servito a fare conoscenza con una giovane band che sa giocare bene le carte di un blues rock aCharlie-Pattons-War tratti non convenzionale, anche se plasmato in alcuni episodi (Say Ya MineBlack Bell, Vincennes, Friscoe Ride) e nella voce del batterista Aaron Frazer, sfacciatamente sui moduli radio-friendly inaugurati da Dan Auerbach e Patrick Carney soprattutto negli ultimi lavori dei Black Keys: quest'onda lunga del dna musicale dei due di Akron e la loro influenza sulle nuove generazioni di blues rockers (come Charlie Patton's War) non ci meraviglia del resto più di tanto, visti i grandi riscontri 'ufficiali' e non ricevuti e le inconfondibili peculiarità distintive del sound da loro forgiato.

 

Undici brani quelli dell'omonimo "Charlie Patton's War" - preceduti solo nel 2011 dalle otto songs live di "Recorded Live at Russian Recording" - che godono delle dinamiche calde ed avvolgenti delle chitarre di Blake Rhein e Kyle Houpt e dei keyboards di Justin Hubler, con risultati rock blues più ortodossi e classici in Fatties, Fancy Things, Highway Blues, Call Me Baby, Barry Sanders (dalle parti di Allman Brothers Band e Gov't Mule), songs nelle quali l'altro vocalist, il chitarrista Blake Rhein, ha modo di far spiccare una bella grinta vocale: anche qui sullo sfondo ectoplasmi più o meno pallidi, questa volta di Jack White/White Stripes, anche loro nel club dei C.Patton-dipendenti. Alla fine a prevalere è, nonostante gli ammanettamenti stilistici suddetti, Charley-Pattonuna non comune ecletticità ispirativa ed esecutiva, come nell'accorato country finale Streets Of Burden, dove compaiono addirittura gli archi. Charley Patton è uno dei bluesmen arcaici più amati dalle nuove generazioni di musicisti così come da miti viventi come Bob Dylan: ne leggerete ancora e presto su Distorsioni Net. Che il blues sia con voi.

Pasquale Wally Boffoli

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