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9 Maggio 2016 ,

Primal Scream CHAOSMOSIS

2016 - Ignition-First International
[Uscita: 18/03/2016]

Inghilterra

 

ChaosmosisUndicesimo album in studio per i Primal Scream, la creatura di Bobby Gillespie passata attraverso varie reincarnazioni, dalla sperimentazione/contaminazione tra rock, dance, dub e neopsichedelia del capolavoro “Screamadelica” a passaggi meno riusciti come “Give Out But Don't Give Up”, ma sempre all’insegna del cambiamento e della rinascita sonora e non solo.

Chaosmosis” sposa alla perfezione le sonorità del periodo che viviamo e, pur non rappresentando certo uno dei capitoli più alti della carriera della band a causa di una generale sensazione di appiattimento delle dieci tracce che compongono il disco, riesce, comunque, a trovare degli spunti davvero pregevoli. Ne è esempio il primo singolo Where the light gets in che vede la partecipazione della ammaliante Sky Ferreira: dimostra come Gillespie sappia ancora scrivere delle eccezionali instant-pop songs capaci di contenere al suo interno tutti gli elementi di un cocktail perfetto, con tastiere anni ’80 (che si ripresentano, invece in maniera un pò troppo invasiva in altri episodi del disco) davvero perfette.

 

Per il resto un buon inizio con le sonorità psych-funk di Trippin’ on your love (che vede la partecipazione delle Haim, le ritroviamo anche in 100% or nothing)  all’elettronica sincopata da Commodore 64 di (Feeling like a) demon again,  che ritroviamo in maniera screammeno invasiva in Carnival of Fools, passando per i meno di due minuti tutti premuti sul tasto “speed” di When the blackout meets the fallout, la bellissima ballata acustica di Private wars con la partecipazione di Rachel Zeffira dei Cat’s Eyes, arrivando all’ultimo capitolo degno di nota, quella Golden rope di stonesiana memoria che poi sfocia in uno psych di alta classe. Per il resto dei riempitivi non degni di nota e che hanno la colpa di abbassare abbastanza la media di un disco che vuole forse apparire come un mix tra synth-pop anni ’80-‘90 e un disco di indie-rock più alternativo.

Se fosse uscito in forma di EP con qualche pezzo in meno sarebbe sicuramente stato uno dei capitoli più ispirati della carriera della band, grazie scream1anche alla furba partecipazione all’interno del disco di figure di rilievo della scena alternativa odierna. Segno che il nostro Bobby ha gli occhi e le orecchie ancora bene aperti su ciò che gira intorno nei club più alternativi del pianeta.  Al contempo è fatale che un gruppo che ha ormai superato i trent’anni di onorata carriera possa sbagliare qualche colpo. Dei Primal Scream si continua  parlare ancora come una band che riesce a suonare alternativa  e questo dà ragione a Gillespie.

Voto: 7/10
Ubaldo Tarantino

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