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19 Febbraio 2018 , ,

The Sunflowers CASTLE SPELL

2018 - Stolen Body Records
[Uscita: 9/02/2018]

Portogallo

 

Se amate il rock'n'roll selvaggio, fatto di pura energia, riff sanguinosi e ritmi scatenati allora i Sunflowers fanno al caso vostro, sempre che non cerchiate sperimentalismi di alcun genere e vi accontentiate di divertirvi e lasciarvi andare alla carica emotiva ed energica del rock. Semmai la particolarità è che loro provengono dalla sonnacchiosa città di Porto, da un Paese come il Portogallo più famoso per le nostalgiche melodie del fado che non per la tradizione rockettara, non molto usuale per una band garage il fatto che ci troviamo di fronte a un duo, loro sono Carlos Jesus, chitarre, noise, basso e synth e Carolina Brandão, batteria, noise, synth, theremin, percussioni, i due si alternano anche al canto. Il loro debutto è stato nel 2016, dopo una serie di singoli ed ep dai titoli quantomeno bizzarri (Charlie Don't Surf, Hasta La Pizza, Rest in Pepperoni, Mama Kim), con l'album “The Intergalactic Guide To Find the Red Cowboy” che li ha imposti all'attenzione del pubblico della Penisola iberica, dove hanno fatto anche da spalla a Thee Oh Shees e The Black Lips.

 

Ci sono tutti gli ingredienti necessari in "Castle Spell" per cucinare un più che degno album garage, chitarre fuzz, canto selvaggio, ritmo pulsante, pungenti interventi dell'elettronica e il noise che aggiunge quel tanto necessario a rendere le sensazioni ancor più forti e roventi. Anche i testi sono semplici e diretti, le rime veloci e di presa immediata, secondo lo stile mutuato dal punk, così in Monomania il linguaggio si fa violento e rabbioso: «Smell the smoke, follow its trace / Grab a rock and smash his face / Dead man’s lying in your place», ma si potrebbero citare altri esempi simili. Fra le tracce si segnalano l'iniziale The Siren, un punk molto ritmato fra urla e bizzarre incursioni elettroniche, Grieving Tomb, qui le atmosfere si fanno più scure per l'incedere monotono del canto in coro di Carlos e Carolina prima di prorompere in un'esplosione di chitarra ed elettronica. I tre minuti di A Spasmodic Milkshake mantengono ciò che promette il titolo, Castle Spell con la voce luciferina di Carlos in evidenza e Surfin' With the Phantom il pezzo migliore e più complesso che si dilunga per 7 minuti di psichedelia ipnotica sfiorando lo space rock. Una musica spigliata e divertente figlia di Blondie e Ramones, di Thee Oh Shees e del surf punk. Chiudiamo con i versi di Grieving Tomb: «Follow sounds around the street / The drums will blast another beat» 

 

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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