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7 Marzo 2018

Idles BRUTALISM (Don’t Go Gentle)

2018 - Balley Records-Rough Trade, Digital
[Uscita: 27/02/2018]

Inghilterra  #consigliatodadistorsioni    

 

Idles_Brutalism_CoverMotherrrr-fucker! Motherrrr-fucker!”, scandito ossessivamente manco fosse Killing In The Name dei Rage Against the Machine, non lascia adito a dubbi. C’è quindi ancora un rock che non le manda a dire e funziona, o ambisce a farlo, come un pugno nell’occhio ai politici, ai CEO, ai vincenti della medaglia di miglior studente al liceo; a chiunque sia in odore di caste al potere e serena vita familiare. E bisogna ammettere che in Inghilterra il punk sanno farlo ancora come si deve. Si tratti dei sorprendenti Shame di “Songs of Praise” o di questi Idles che esordiscono su digitale con Brutalism (Don’t Go Gentle) (già su CD da giugno 2017, in uscita su LP il 9 Marzo 2018) dopo una discreta fila di singoli ed EP a partire dal 2012. Spuntati dalle periferie in bianco e nero di Bristol come fosse ancora il 1979, incuranti di tutto quello che è accaduto tra la pubblicazione di “Metal Box” e la scomparsa di Mark E. Smith, marciano compatti tra le fila di una left wing estremista ma non del tutto anarcoide, politicizzata nel senso più sociale del termine, e ironicamente nichilista come lo erano gli Stooges: “over and over and over and over again, nothing ever happens.”

 

Idles_Band_03Testi da querela, abrasivi e ostinatamente irrispettosi di religione, morale e “politicamente corretto”. A ciò si aggiunga un’immagine di grande impatto, punk senza creste ma con barbe e capelli lunghi da hipster, costumi da Arancia Meccanica, baffi e basette che paiono usciti da un film di Ken Loach o da un racconto di Irvine Welsh: ovvero non certo attuali, eppure il loro stile è forse uno dei pochi giovani “rock per chitarra” in grado davvero di fare breccia ed arrivare dritto al cuore del messaggio, come oggi sanno fare solo le scuole derivate dall’hip-hop.

Gli Idles restano alfieri di quella nobile tradizione britannica che dai Deviants, dai Third World War è arrivata a Clash e Discharge. Innestata su un muro di suono crudo ma molto Idles_Band_01competente, metallico, brutale letteralmente, perfetto in un timing che non concede sosta alcuna, sghembo e sarcastico, sconfinante nelle tirate declamatorie dei Black Flag come nelle prediche di Johnny Rotten e negli “stop and go” satanici dei Gun Club agli esordi. Inattuale e bellissimo. 

 

Voto: 8/10
Giovanni Capponcelli

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