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4 Luglio 2015 , ,

Jaill BRAIN CREAM

2015 - Burger Records
[Uscita: 30/06/2015]

Stati Uniti   #consigliatodadistorsioni     

 

Jaill - Brain CreamA forza di cercarlo finisce che, prima o poi, i Jaill lo trovano per davvero il pop perfetto. Dopo gli ultimi due album chèz Sub Pop, accolti molto bene dalla critica, ma tiepidi a livello di vendite, hanno percorso un sentiero di alti e bassi, con l'abbandono di due dei membri originari e disavventure varie. Vincent “Vinnie” Kircher, il leader della formazione, si assume molte delle responsabilità che hanno provocato il periodo buio, lamentandosi in GatewayI help my loved ones get away”, mentre in Change Reaction profetizza “My love, it’s gonna destroy you again”. Un bell'esame di coscienza, non c'è che dire, con testi che si conformano a questa necessità d'introspezione, narrando di difficoltà relazionali e teenage angst, ma la grandezza dei Jaill è anche nella capacità distonica di coniugare questi sentimenti con un suono jangle arioso, stile '60s pop, che flirta con surf e twang guitar, annusando talvolta territori pop-edelici. Tastiere digitali, che spesso rincorrono fragranze analogiche, ma sempre discrete, creano una tessitura sotterranea che riaffiora ad intervalli regolari per sorreggere o completare i ritmi appuntiti delle chitarre, stemperati dal contrappunto di magici xilofoni sintetici, carezzevoli ed impertinenti, sferzati dalla magnifica voce di bambino annoiato di Vinnie, che spesso si avventura su toni impervi uscendone sempre con grande classe.

 

E' garage pop irresistibile, contaminato da reminiscenze Feelies, che propone Vincent Kircher serio pretendente al titolo di Buddy Holly post atomico. Dopo la parentesi con la matrigna Sub Pop, sono tornati alla californiana e super cool Burger Records, che già jaillaveva rilasciato il loro album del 2009 “There’s No Sky (Oh My My) ” e che sa bene come coccolare i propri artisti per farli rendere al meglio. Sono comunque maggiormente allineati agli attuali colleghi di etichetta, personaggi tipo King Tuff, Diarrhea Planet e Colleen Green, piuttosto che con gli artisti del roster Sub Pop. I precedenti lavori del gruppo sono stati tutti registrati a Milwaukee, loro città natale, ma per questo si sono recati ad Austin, presso i Louie Lino's Resonate Studios, dove hanno trascorso due settimane d'intenso lavoro. Quegli studi sono piuttosto angusti ed i ragazzi sono stati costretti a stretto contatto, a suonare, scherzare, litigare e sfidarsi ai video giochi, bevendo quantità infinita di Lone Star. Il risultato è stato quello che probabilmente è il loro album più coeso. In Got an F chitarre surf irrefrenabili si lanciano in oasi di suoni freschissimi e cristallini, sorretti da una produzione disinvolta e scintillante, memore della lezione di Ric Ocasek (Cars), con basso lussurioso e chitarra di fresca brezza marina, candidata possibile colonna sonora per i prom dei prossimi tre anni. 

 

Slides and Slips è delicatezza anomala di tastiere barocche rubate agli Stranglers di "La Folie", con chitarre acustiche di luccichio gentile e discretamente lontano. Picking My Bones è irresistibile, vera meraviglia del disco, col suo attacco di trilli sintetici e rullate spensierate prontamente supportati da una chitarra twang minimale che non fa che ripetere due note minacciose e gravi che s'incastonano in cori perfetti persi nell'insistere del clapping hand. Chocolate Poison Time è un delizioso dedalo di chitarra perplessa che s'irrobustisce progressivamente, con la batteria a esacerbare lievemente il tono, l'accento jaill1e la dinamica vocale sembrano quasi incrinarsi, ma il tutto è miracolosamente contenuto in fresco equilibrio che sfocia in note allungate di psichedelia spensierata. Just a Lovely Day ha il piglio brioso di una giornata in spiaggia, con la tavola da surf sotto braccio a scrutare l'orizzonte e congela il momento di felicità in occasione dell'arrivo delle prime onde, quando il cuore comincia a pulsare ed i piedi a formicolare. La chitarra è cattiva ed ossessiva mentre percorre viottoli in precedenza esplorati dall’organo acido di Sky Saxon e si esibisce anche in uno dei pochi assoli, di stile prettamente garage, ubriaco d'intensità riverberata. E’ un disco a suo modo cinematico, da ascoltarsi mentre si fa la doccia allo stabilimento balneare, per togliersi dalla pelle il sale, ricordo della nuotata appena fatta. Ma è anche per tutte le stagioni, un disco contagioso che basterà ascoltare una sola volta per rimanere avvinghiati a lungo nei suoi dolci vortici.

 

Voto: 8/10
Francesco Belli

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