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7 Gennaio 2013

Wooden Wand BLOOD OATHS OF THE NEW BLUES

2013 - Fire Records
[Uscita: 07/01/2013]

wooden_Torrenziale James Jackson Toth, pare sfiorino il numero di cento le pubblicazioni che il musicista di New York ha dato alle stampe in vent’anni di carriera sotto le più svariate sigle: se una novità c’è in questo “Blood Oaths of the New Blues” è il fatto che per una volta la band con cui suona è la stessa del penultimo lavoro “Briarwood”, tanto da far pensare alla nascita di una vera e propria band sotto il moniker Wooden Wand. La musica di Toth si muove fondamentalmente lungo le coordinate di un acid folk intriso di psichedelia, ma nella sua vasta produzione non mancano le incursioni nel garage e nelle radici della musica americana.

 

In questo suo ultimo disco, a differenza del precedente più elettrico e rumoroso, prevalgono i suoni acustici, le lunghe ballate, l’intento narrativo. Lo stesso Toth ha dichiarato che con questo album ha voluto realizzare il disco che usciva fuori dalla testa di un solitario adolescente che faceva esperienze psichedeliche ascoltando i King Diamone nella sua cameretta. Si inizia subito con la lunga suite, quasi dodici minuti, di No Bed For Beatle Wand / Days This Long, l’episodio più riuscito del disco: la prima parte è una ballata con la voce cantilenante di Toth accompagnata da chitarra, xilofono e il percuotere monotono della batteria, nella seconda l’intervento dell’harmonium accompagna il monologo di Toth impegnato in una sorta di confessione, riflessione spirituale.  

 

Outsider Blues racconta la vicenda di due amanti che intraprendono un viaggio psichedelico per recarsi a un festival musicale, anche in questo caso la ballata vive sulla ripetizione degli stessi accordi di chitarra, di nuovo harmonium e incedere ripetitivo funereo  in Jhonn Balance, omaggio al cantante dei Coil scomparso nel 2004, uno degli eroi del nostro, e su questa linea si continua negli altri brani con un cantare ossessivo e monotono, con storie cupe di assassini e di vite sul limitare del suicidio, crisi esistenziali e fragili momenti di speranza. “Blood Oaths of the New Blues” è album personale e coraggioso per il modo in cui Toth si mette in gioco, ma francamente la costruzione delle canzoni, che praticamente non conoscono evoluzione, fondate su pochi accordi ripetuti ossessivamente e su un canto che diventa nenia, alla lunga stanca, e Toth non ha la vena disperatamente e dolorosamente ispirata di un Vic Chesnutt.

 

Voto: 6/10
Ignazio Gulotta

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