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23 Luglio 2013 ,

Jex Thoth BLOOD MOON RISE

2013 - I Hate Records
[Uscita: 14/06/2013]

Jex Thoth   Titolo: “Blood Moon RiseGli statunitensi Jex Thoth nascono nel 2007, e dopo un breve periodo di attività con il nome Totem, una serie di cambi di formazione e ben cinque anni dal disco d’esordio, approdano al loro secondo disco. Capitanati dalla sacerdotessa Jessica Toth, propongono un doom metal psichedelico fortemente influenzato da un'estetica melodica sixties e seventies. Il fatto poi che sia un disco estremamente fruibile lo annovera anche tra i più pregiati ed eleganti dischi pop rock degli ultimi tempi. La componente oscura che permea l'intero lavoro è il tappeto sonoro sui cui la vestale Jex celebra messa. Suggestiva e seducente è la sua superlativa performance vocale, accompagnata da un incedere strumentale fortemente ispirato. Riff avvolgenti contaminati da liturgie musicali celebrano una moderna messa rock attraverso nove tracce che officiano, in forma di canzone, un rituale rock raramente così efficace. I Jex Thoth sono i nuovi hippies che contemplano l'oscurità e che, forgiando un cupo e suadente dark metal romantico, danno vita ad una nuova elettrica fascinazione senza tempo. “Blood Moon Rise” si preannuncia, già dalla traccia di apertura To Bury, come una  superlativa esperienza d'ascolto messianico per poi decollare in un universo di funereo pop rock, caldo e avvolgente.

 

Un disco per alcuni versi religioso nel senso più pagano nel termine, sia nelle atmosfere che nei testi. Alcune cadenze ritmiche rievocano la sobria eleganza di Danzig, seppur la lisergica sensualità della voce femminile rimanda piuttosto alle splendide performance vocali di Grace Slick (Jefferson Airplane), così come alla splendida voce di Jinx Dawson, superlativa vocalist dei Coven o persino a quella di Beth Gibbons dei Portishead. L’occultismo e l’immaginario mitologico professato a tratti rimanda al progressive oscuro dei Black Widow anche se lo spettro dei padri Black Sabbath è nettamente più percepibile (The Divide e The Four Of Us Are Dying) visto che ereditano buona parte del loro immaginario; ma ecco anche accattivanti richiami al rock più classico di certi Pink Floyd, Psyar, che conferiscono a questa band di Madison, Wisconsin, una forte personalità. Brani come The Places You Walk, Into A Sleep e  Keep Your Weeds sono vere e proprie gemme dall’anima nera che catturano l’adepto/ascoltatore sin dal primo momento. La componente acid rock è, nel complesso, impastata nel corpo del suono del disco come fosse una sorta di mesto blues dai tratti esoterici. Rock ipnotico-esistenziale, quello di Blood Moon: un toccasana per chi il rock non ama solo ascoltarlo, ma soprattutto per chi lo contempla senza riserve.

Voto: 8/10
Anthony Ettorre

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