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12 Maggio 2014 ,

Malachai BEYOND UGLY

2014 - Domino Records)
[Uscita: 01/04/2014]

Malachai_BeyondUglyAlcuni anni fa eravamo rimasti piacevolmente impressionati dalla scoperta dei Malachai, un duo di Bristol, Gee e Scott, che dopo un periodo di stasi riprendevano la ricerca sonora che fu dei gruppi del trip hop, particolarmente dei sottovalutati Monk e Canatella ancora più che del lavoro di Portishead e Massive Attack, sebbene la voce di Gee ricordi molto quella di Horace Andy: infatti mettevano da parte le atmosfere più dark ed esistenzialiste che pure erano tipiche dei gruppi di Bristol (e di tantissimo rock inglese che amiamo) per introdurre una vena pop melodica che rifletteva un grande amore per Beatles e Beach Boys. Colpisce dei duo l’ostinazione nel citare nei titoli la parola “ugly”, e titolo vincente non si cambia, quindi i Malachai continuano, dopo “The ugly side of love” e “Return to the ugly side”, la loro personale ricerca della bruttezza con “Beyond ugly”, il terzo disco in una breve ma già prolifica carriera. E stavolta la trovano: il disco è molto meno riuscito dei precedenti. Rispetto soprattutto a “Return to the ugly side” questo disco ci sembra un netto passo indietro.

 

Dove quello riusciva nella fusione tra pop, rock e riscoperta dell’elettronica suonata a  Bristol, oggi il gruppo sembra indeciso sulla strada da prendere, presentandoci una serie di canzoncine spesso insipide, solo in un paio di casi gradevoli. L’iniziale Sweet flower per esempio ha un forte impatto rock, con chitarra distorta e voce “cattiva”, ma il pezzo in sé non è un gran che. Don’t try this at home prende la strada di un vaudeville tipicamente inglese, con tracce di Beatles e Bowie, ma forse era meglio non provarci. I brani seguenti acquistano un po’ più di sapore, ma niente che non si sia già sentito, come ad esempio le contaminazioni Bollywoodiane di I deserve to no o l’atmosfera Massive Attack di Army, per non dire dell’attacco pseudo Led Zeppelin di Down to earth, veramente fuori luogo. Anche canzoni che promettono bene come End alla fin fine rimangono poco più che abbozzate. Musica che distrattamente si lascia ascoltare, ma ascolto dopo ascolto convince sempre di meno. Peccato, i dischi precedenti dei Malachai ci erano davvero piaciuti, speriamo sia solo un passo falso momentaneo.

Voto: 5/10
Alfredo Sgarlato

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