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13 Luglio 2012

Ben Zabo BEN ZABO

2012 - Glitterhouse Records
[Uscita: 25/05/2012]

Ben Zabo “BEN ZABO Il 24 gennaio 1979, in quel di Tominian, regione di Segou, Mali, vede la luce Arouna Moussa Coulibali, da famiglia nobile e assai lontana da ogni interesse per la musica. Ma il rampollo non ha alcuna intenzione di diventare farmacista, secondo i voleri dei suoi genitori: la sua vocazione è di fare il musicista, e per questo è disposto a sfidare ogni veto. Dopo l'apprendistato con Francois Koita, direttore della Bwa Band, la banda locale, e terminati gli studi superiori, il nostro si trasferisce a Bamako, dove teoricamente dovrebbe studiare alla facoltà di farmacologia, ma da dove, invece, parte la sua carriera di musicista, in un gruppo chiamato Coumba, con cui si esibisce per due anni, alla faccia dell'opposizione dei parenti. Nel 2006, scelto il nome Ben Zabo, forma il suo gruppo, con amici d'infanzia e conterranei, esibendosi ovunque possibile, compresi matrimoni e feste di piazza, mentre inizia anche una carriera di ingegnere del suono presso i Bogolan Studios. È l'occasione per entrare in contatto con discografici, produttori e musicisti europei e statunitensi, tra cui il boss della Glitterhouse, Peter Weber e il leader dei Walkabouts, Chris Eckman, che si trovano lì per registrare i dischi di Lobi Traorè e dei Tamikrest.

 

I due vengono travolti dall'entusiasmo e dal sound di Ben Zabo e dei suoi accoliti, decidendo di registrare e distribuire il loro album di debutto. Non è un successo internazionale, ma nessuno molla, e allora eccoci qua, a goderci questo carnevale africano lontanissimo dalle malinconie del “blues del Mali”, dalla kora lamentosa di Toumani Diabate, dalle melodie desertiche dei Tinariwen, dalla penna cantautorale di Rokia Traorè. Tutti bravi, ma questo è vero, puro, potente afro-beat, un salto nella Nigeria degli anni '70, quando i juke box sputavano a 100 decibel Soul Makossa di Manu Dibango e I roventi inni di “Brother Fela” Kuti. C'è il funk, ci sono sezioni di fiati folgoranti, c'è la chitarra pulita e puntuale di Ben,  percussioni poliritmiche, tribali, tipici cori “call & response” e il tutto si amalgama in un suono possente e ipnotico, ancestrale. Ben appartiene alla tribù Bo, un popolo guerriero il cui motto suona più o meno così: 'Un guerriero non si volta mai indietro, nè abbandona la sua lotta, ma deve comunque raggiungere l'obiettivo della sua missione. Così parla il guerriero Bwatun'. Ben Zabo combatte per far conoscere la sua musica, per far sentire la sua voce, l'orgoglio della sua eredità culturale. Fate che questa battaglia non sia vana, procuratevi questo grandissimo disco. 

Luca Sanna

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