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28 Giugno 2017 ,

Bedouine BEDOUINE

2017 - Spacebomb Records
[Uscita: 23/06/2017]

Stati Uniti    

 

Se vi piacciono le belle voci femminili che si accompagnano con eleganza e morbida dolcezza ad arrangiamenti scarni ed essenziali basati fondamentalmente sugli arpeggi della chitarra acustica, ecco che allora il disco di Bedouine fa decisamente al caso vostro. Un disco fresco e gradevole come una piacevole brezza primaverile che potrebbe perfino rendere meno asfissiante la sfibrante canicola estiva, perché il disco di Bedouine non vi indurrà certo a muovervi o ritmare con i piedi, piuttosto predilige atmosfere rilassate e raccolte, un'amaca sotto una salutare ombra sarebbe perfetta, mentre vi fate cullare dalla voce sognante e leggermente malinconica della giovane Bedouine. Ma per meglio capire l'universo musicale di questa giovane songwriter è necessario dire due parole sulla sua biografia: il suo vero nome è Azniv Korkejian, nata ad Aleppo da genitori armeni e prima che la sua famiglia ottenesse la green card e quindi trasferirsi all'età di dieci anni a Boston ha vissuto in Arabia Saudita in un villaggio americano, oggi ha deciso di vivere a Los Angeles. Il tema dello spaesamento, dell'incertezza, del nomadismo è così presente nelle sue canzoni («Ho vissuto in un complesso americano, che è sostanzialmente un villaggio recintato, ed è stato davvero devastante partire»), in You Kill Me canta «Some nights I get into the car and drive / Nowhere really could keep me satisfied.».

 

Il bel disco eponimo di Bedouine si pone lungo la scia di altre songwriter, Emmilou Harris, Joni Mitchell, Melanie, Linda Ronstadt, che hanno fatto della California la loro base e del folk e del country le loro principali ispirazioni; si avvale della produzione di Guy Seiffert (Beck, Norah Jones, The Black Keys), del chitarrista Smokey Hormel (Beck, Norah Jones) ed è stato mixato da Tom Monahan (Vetiver, Devendra Banhart) ed esce per la Spacebomb, label di Matthew E White. Un cast che dimostra quanta stima abbia raccolto la cantante per questo suo esordio. Ma veniamo alle canzoni, dieci, di “Bedouine”, meritano senz'altro una segnalazione Nice & Quiet, che apre l'album con atmosfere tranquille, proprio come promette il titolo, e ci fa apprezzare la qualità del canto di Bedouine, One of These Days è una suggestiva ballata dalle influenze country che sembra giungere direttamente dai primi anni '70. Solitary Daughter, in cui si alterna il cantato allo spoken words, è uno dei pezzi più ispirati, un folk minimale dalla contagiosa malinconia, sottolineata anche dal suono delicatissmo dei violini. In Summer Cold, canzone dedicata la suo paese natale, si alza la tensione drammatica e il senso di nostalgia («L'ho scritta perché ogni volta che leggevo le notizie dalla Siria, venivo colta dal disgusto. E penso alla Siria come a un amico che non riesco più a riconoscere»), il finale rirpoduce il ricordo dei suoni delle strade di Aleppo. “Bedouine” ci fa conoscere una cantante promettente, una brava e ispirata autrice. Da ascoltare.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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