Spirit Fest Bear In Town

E così il progetto Spirit Fest è giunto al suo quarto capitolo, cosa piuttosto rara per un supergruppo transnazionale, infatti vi partecipano i due giapponesi Saya e Ueno dei Tenniscoats e oi tedeschi Markus Acher dei Notwist e Cico Beck degli Aloa Input. Il disco, "Bear In Town", è stato registrato dal vivo con pochissime sovraincisioni dopo il bel tour che nel 2021 li portò anche nel nostro Paese. La musica degli Spirit Fest è un indie-pop venato di bizzarria e deliziosamente aggraziato, la voce dolce, infantile di Saya dà un tocco scanzonato e sognante al tempo stesso, mentre gli arrangiamenti sottolineano il carattere gentile di questo psych-pop non eccedendo mai, il piano crea note solitarie, le percussioni sembra temano di disturbare, le chitarre tessono tenui trame. Eppure dal disco vengono fuori armonie sonore affascinanti e meravigliose, melodie inusuali e mai sopra le righe che però catturano con una grazia e un’eleganza verso le quali non possiamo che provare gratitudine perché ci regalano momenti di stupore che sembrano trasportarci in un mondo ideale governato dalla bellezza e dalla tranquillità. Non mancano momenti tristi e malinconici, ma sono sentimenti come ovattati, ingentiliti dalla grazia e dalla genuinità. E questo accade non solo quando canta la fantastica Saya, una dolce ragazza giapponese che parrebbe essere uscita da un film di Ozu, ma nello stesso mood si muove anche Markus Acher. Chi scrive ama questa band, la loro musica funziona egregiamente come antidoto contro lo squallore dei tempi che stiamo vivendo, è una pausa salutare e benvenuta a ricordarci che forse la bellezza non salverà il mondo, ma può renderlo almeno momentaneamente un posto più piacevole. E le canzoni? Sei per 35 minuti di musica meravigliosa, per un incanto impagabile, fatevi ammaliare dai nippotedeschi, non ve ne pentirete. Mai un’orsa in città è stata più benvenuta.