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4 Novembre 2012 , ,

Boyd Rice/NON BACK TO MONO

2012 - Mute
[Uscita: 22/10/2012]

BOYD RICE NON Straniamento catatonico: questo è ciò che si prova ascoltando le primissime tracce del nuovo lavoro del rumorista californiano, il quale torna più carico che mai a dieci anni di distanza dall'ultimo "Children Of The Black Sun" (2002). "Back To Mono", come suggerisce lo stesso titolo, fa già pensare a Monism, pezzo contenuto nel grazioso "Receive The Flame" (1999), album fluido e ben curato in cui la creatura riceiana NON (un acronimo che indica ''tutto e niente''), raggiungeva i suoi massimi vertici. Un ritorno al passato, dunque, al genere noise, quel che vede Boyd Rice, re incontrastato dell'industrial underground negli anni Ottanta, protagonista di un 2012 all'insegna della novità e della riscoperta musicale.

 

I tempi aurei che contraddistinguevano "Blood & Flame", "God & Beast" e il seminale "Black Album (Playable At Any Speed)" del 1977, sono rinverditi all'estremo per mezzo di figure del panorama elettronico altrettanto straordinarie: Wes Eisold (Cold Cave), il produttore newyorkese Bryin Dall (Thee Majesty) e l'amico-complice musicale di sempre nonchè etnomusicologo Z'EV. Un entourage davvero niente male per quel che concerne registrazioni inedite e adattamenti moderni: Turn Me On, Dead Man viene realizzata in collaborazione con Z'EV, Watusi e Scream (registrate inizialmente nel '78 e nel '79) sono riportate alla luce con perizia tecnica da Wes Eisold, che per primo le incise.

 

Così, anche la title-track dell'album è affidata alla sua diretta produzione: forse è proprio questa a competere con l'esiziale trittico apocalittico disegnato dalle cupe Seven Sermons To The Dead, Man Cannot Flatter Fate e Obey Your Signal Only, presentandosi come una cascata dronica che si estende su un'unica tonalità di suono e sommerge l'ascoltatore dentro frequenze monocromatiche ineluttabili. Fire Shall Come è una marcia militare che inneggia a un tema molto caro a  Boyd, esperto d'esoterismo e scienze occulte: il fuoco; complici sicuramente le passate Everlasting Fire e Fire In The Organism, anche se stavolta siamo al capolinea.

 

Non poteva poi mancare la cover di Warm Leatherette, doveroso omaggio al mentore Miller della Mute Records, che la pubblicò col nome di The Normal agli albori della casa discografica inglese. Rice fu uno dei primi a firmare con la Mute di Daniel, instaurando un connubio artistico solido e di lunghissima durata, che l'ha portato a considerarlo come il solo pioniere del pop elettronico. Tra i piaceri di Merzbow, Genesis P-Orridge e Monte Cazazza, "Back To Mono" rende brillantemente onore alle fondamenta basilari dell'elettronica americana, fatte di feticismo, deindottrinazioni, controverse ideologie, e tanta, tanta iconoclastia. In questo, l'enigmatico Boyd Rice non può che eccellere, dimostrandoci quanto uno stile pluriventennale possa ancora essere esplorato sino alle più impensabili conseguenze.

Valeria Mollica
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