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25 Gennaio 2013 ,

Villagers AWAYLAND

2013 - Domino Records
[Uscita: 15/01/2013]

villagers-awaylandSecondo disco per gli irlandesi Villagers, formazione nata intorno al cantante e polistrumentista Conor O'Brien. Il primo disco, “Becoming a jackal” mi aveva colpito fin dai primi, genesisiani, accordi di pianoforte. Un bel lavoro tra echi new prog e riscoperta degli anni '80. Il nuovo “Awayland” si presenta come un disco piuttosto vario. Canzoni come My lighthouse o In a newfound land you are free riportano al cantautorato depresso di fine secolo scorso, vedi Songs: Ohia (aka Jason Molina) o Will Oldham, ma senza il carico di dolore di quegli artisti. Il singolo The waves omaggia la passione di Conor per l'elettronica contemporanea: Aphex Twin, Tricky, Drexcia (tutti personaggi che suonano musica ben diversa però) sono tra i suoi idoli. Intenzione del musicista era un intero album elettronico, ma non è rimasto soddisfatto dei risultati ed è tornato all'acustico. Il brano convince proprio per la fusione tra nuovo - la strumentazione elettronica, usata però solo nei ritmi, compaiono poi chitarre e fiati - e antico, la voce d'altri tempi di O'Brien, che ricorda quella di Devendra Banhart.

 

Altre canzoni, come Earthly pleasure sviluppano un respiro epico, molto simile a quello di gruppi conterranei come Waterboys o Big Country, ma senza le sonorità artificiose dei secondi, con una forte vena melodica. Ci sono richiami alla new wave, come in Judgement call, sempre però alterati dalla voce particolare di O'Brien, molto diversa da quelle che avremmo ascoltato all'epoca, ed echi di tardo prog rock. Le canzoni sono in generale riuscite sul piano melodico, orecchiabili ma con molti sviluppi anche all'interno dello stesso pezzo. Nothing arrived o The bell potrebbero essere, in un mercato meno asfittico, singoli di successo, e piaceranno senz'altro ai fans di Arcade fire e Okkerville River (gruppo che trovo molto meno ispirato nella composizione rispetto ai Villagers).  Arpeggi acustici e archi sintetici di marca prog anche nella breve title track, poi ritmi vicini al soul e pianoforte e chitarre scintillanti in Passing a message. Non pensate però, visto tutti i riferimenti fatti finora, ad un guazzabuglio senza capo né coda: i Villagers una loro coerenza stilistica ce l'hanno eccome e, sebbene l'originalità assoluta non sia più di questo mondo, una cifra compositiva peculiare emerge. Finale in crescendo con canzoni che si fanno di volta in volta sempre più ariose e potenti. Primo must di inizio 2013.

Voto: 7.5/10
Alfredo Sgarlato

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