Pan Sonic ATOMIN PALUU

Finlandia   #consigliatodadistorsioni     

I fans dei valorosi Pan Sonic non s’illudano: non siamo in presenza di un nuovo album dei finnici alfieri della migliore elettronica degli ultimi lustri. La discografica storia terrena dei Nostri è spirata con l’oscuro testamento elettro-neurale di “Gravitoni”.  I frammenti contemplati in questo doppio LP, "Atomin Paluu", costituiscono invece la colonna sonora di un film-documentario sulla ripresa dell’energia atomica in  Finlandia e sulle sue nefaste conseguenze, realizzato tra mille difficoltà e “artati” intoppi di matrice burocratica ai limiti del boicottaggio da parte delle autorità costituite e dell’impresa costruttrice, dai cineasti finnici Jussi Eerola e Mika Taanila. Il film, che pure ha ottenuto il prestigioso premio Nordic Dox Award al Festival di Copenaghen, nel 2015, (mentre la colonna sonora ha ottenuto contestualmente in Finlandia il prestigioso Jussi Awards) verte sulla testimonianza documentaristica della costruzione di una centrale nucleare nella città finlandese di Eurajoki, cui fa da incisivo commento sonoro la musica dei Pan Sonic.

Adeguatamente al clima di giusta condanna verso questa stolida operazione, rappresentato nel film, i dodici frammenti dei Pan Sonic, estrapolati da materiale datato tra il 2005 e il 2011, creano un’atmosfera di decadente elettronica, con punte di catastrofismo sonico insostenibile, intarsi di segmenti di venefica apocalisse, in una progressione di deframmentazione tonale prossima al parossismo e allo sprofondamento entro immaginari abissi cerebrali. Un lavoro che mette a dura prova la resistenza delle sinapsi, esposte a un fuoco virtuale di algide e morbose sonorità post-industriali, e che tuttavia funge da mirabile corredo alle immagini della costruzione della centrale atomica, seguita passo dopo passo, traendo a virtuosa sintesi e rappresentando fedelmente, con le ‘armi’ della musica, il clima di allarme sociale e di pauroso rischio per la pubblica incolumità che la suddetta costruzione comporta.

Lo stile, talvolta, è quello usuale dei prodi Vainio e Vaisanen, con frustate di potente elettronica sui padiglioni auricolari, con temibile e correlata rappresentazione sonora virtuale di esplosioni atomiche; talaltra assurge a rumori di strumenti e macchinari atti alla costruzione della centrale: compressori, escavatrici, mischiati e come inglobati nel commento elettronico dell’opera. Un lavoro che rimarca la sensibilità non solo musicale dei Pan Sonic, la loro indistruttibile coerenza artistica, la loro vena creativa e la grande personalità dimostrata in lustri di eccellente attività nel campo delle musiche sperimentali e dei suoni (im)possibili. Ci mancavano di già, ci mancheranno ancora di più.