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28 Settembre 2013 ,

Montibus Communitas ANANDA SAMGHA/THE PILGRIM OF THE ABSOLUTE

2013 - Reverb Worship
[Uscita: 23/08/2013]

montibus # CONSIGLIATO DA DISTORSIONI

 

I peruviani Montibus Communitas tornano di nuovo a noi con la loro nuova uscita dal nome misterioso "Ānanda Sagha". Ananda Marga Pracaraka Samgha (AMPS) è un movimento sociale e spirituale fondato in India nel 1955 col compito di diffondere il sentiero di beatitudine e portare alla trasformazione della società. Il gruppo non fa mistero di rifarsi a Buddhismo, Taohismo, Induismo e tradizioni esoteriche. Ma allontaniamoci velocemente pur con massimo rispetto da questi sentieri mistico filosofici  per parlare di musica. Dei Montibus noi di Distorsioni eravamo stati, al solito, gli unici in Italia ad occuparcene, in occasione della doppia uscita dei validi  "Hacia aquellos bosques de immensidad" e del disco omonimo "Montibus Communitas" entrambi del settembre 2012. Due album che svariavano dalla psichedelia al minimalismo di stampo rileyano.

 

Ānanda Saṃgha

La nuova proposta "Ānanda Sagha" non è il loro nuovo disco in studio perché i suoi pezzi sono tratti da diverse registrazioni live a Sukhavati, una del Dicembre 2011 (Buh Fest IV), le altre del Febbraio e Ottobre 2012. I pezzi al solito sono 4 di cui 2 lunghissimi, delle vere e proprie jam con largo spazio all'improvvisazione. Catequil che apre l'album è una long track di 20 minuti di stampo prettamente pinkfloydiano. Dei Floyd giusti sia chiaro, quelli del lato live di"Ummagumma" tanto per mettere i puntini sulle i. Quelli che ascoltiamo sono echi nemmeno troppo velati di pezzi epici come Careful with that axe, Eugene o delle disgressioni strumentali di Interstellar Overdrive. Un brano totalmente strumentale in cui all'organo ed alla batteria secca che delineano inizialmente il brano, conmontibus profumi dei Can di "Tago Mago" segue una seconda parte dove sono presenti violini, campanacci, e fiati vari, con echi della gloriosa Third Ear Band. Veroandi è un acido canto sciamanico, la voce di Pedro è sempre sul punto di esplodere, a Damo Suzuki magari sarebbe piaciuto. Le atmosfere e le acque si calmano nella seguente, ipnotica, Hridaya con nuovi deliri vocali in linguaggi e versi a dire il vero incomprensibili. A chiudere la chilometrica Medha, brano percussivo, altri 15 minuti con il violino di Anna Cuadra a condurre in apertura le danze. Impossibile non pensare a band leggendarie come i Popol Vuh imprendibili del loro periodo elettroacustico o degli Amon Duul di "Phallus Dei" e "Yeti". Il nucleo dei Montibus Communitas è composto da Anna al violino, Brayan che suona un po' di tutto, Carlos e Giancarlo al basso, Efrain alle percussioni, Pedro e Sergio Andean, batteria, chitarre e organo e Tetè alla chitarra.

 

The pilgrim of the absolute

montibusOltre a questo "Ānanda Sagha" nel 2013 il combo peruviano ha registrato ma non ancora realizzato fisicamente anche "The pilgrim of the absolute" con una formazione ridotta a soli quattro elementi, presenti Anna, Brayan, Carlos e Paul. Un disco molto interessante e valido al solito, registrato fra il dicembre 2011 ed il febbraio 2013 in quel di Lima. Con una copertina lisergico-liturgica presenta sei pezzi a tema, forse un concept album, si tratta del pellegrino nelle sue diverse sfumature.  Nell'apertura di The pilgrim under the stars si ascolta una dolce cascata, suoni di uccelli e rumori del vento che ci introducono per l'ennesima volta nel magico mondo dei Montibus Communitas. Flauti a profusione in un pezzo in cui la melodia è ridotta all'osso, giocando più sulle atmosfere sospese. The pilgrim of the woods è più percussivo, il basso qui è preponderante poi in The pilgrim of the shrine è il violino di Anna a menare il ritmo, l'atmosfera è rarefatta e scarnificata all'osso, certi Amon Dull II ed ancora i Can di "Tago Mago" sono giusto dietro l'angolo. 

 

The pilgrim to the source of love and life dall'andatura stoppata è un pezzo cerebrale, a seguire le elettroniche di The pilgrim and the light masters, che fanno molto dischi Ohr/Pdu del glorioso Kraut teutonico. Chiudono il disco i 13 e passa minuti di The pilgrim to the absolute, che recupera le atmosfere naturalistiche d'apertura e che pare registrato nella foresta amazzonica. Momenti di pace assoluta. Che altro aggiungere? Una formazione  per la quale per una volta l'aggettivo originale non appare sprecato, con scarsi punti di contatto con altri artisti del giro underground. Non lasciamoli emarginati nella loromontibus isola magica, è ora che da noi in Europa degniamo di uno sguardo certe realtà del Latino America. E che non succeda come nei settanta, quando molte interessanti formazioni in mezzo a mille difficoltà - leggi sanguinose dittature militari -con tanto coraggio ed entusiasmo realizzavano opere musicali davvero meritorie. Muchas gracias amigos!

 

Voto: 8/10
Ricardo Martillos

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