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2 Settembre 2015 , ,

Arrakis AMMU DIA

2015 - Autoproduzione
[Uscita: 16/07/2015]

Grecia    

 

AMMU-DIA-COVERAd un anno dalla pubblicazione dell'EP “Sanatorium” con l'etichetta Deathforce Records, gli ellenici Arrakis, provenienti da Thessaloniki e formatisi alla fine del 2012, danno alle stampe “Ammu Dia”, il  primo full lenght, questa volta in regime di autoproduzione. Le registrazioni, effettuate in presa diretta presso gli studi Red House Music di Thessaloniki, restituiscono l'impatto di un suono monolitico e a tratti feroce, anche se la resa finale penalizza la potenza del trio in termini di dinamica. Ammu Dia è la prova che ci sono buone notizie dal fronte ellenico in merito al fermento della scena stoner e psych, considerato come il disco segua di qualche mese l'uscita dell'interessante album omonimo dei Naxatras, altra band da tenere d'occhio ed anch'essa di stanza a Thessaloniki. Nel pianeta Arrakis non sorge alcun sole accecante, né tantomeno è possibile mirare l'azzurro e le profondità cristalline del mare Egeo: con Ammu Dia calano le tenebre, si propizia l'eclissi solare, si generano esalazioni urticanti di vapore sulfureo e le divinità ctonie escono allo scoperto per danzare. I grafemi sonori utilizzati dai Nostri derivano dai formulari apocrifi dello stoner, contaminato da riflessi di psichedelia doom che si coagulano in brani strumentali avviluppantisi con un moto ipnotico, come le lente spire di un rettile che spinge fuori il fiato dai polmoni.

 

I fumi progressive dell'iniziale Audium lasciano intravedere un certo riflesso etnico di un riff che costituisce la struttura portante dell'intero brano, reiterato quasi allo spasimo fino a decomporsi. Nella successiva traccia omonima le nuvole fosche si allargano facendo uscire spiragli di luce prima di richiudersi subito dopo, mentre con Oppose e la successiva Aztec gli Arrakis celebrano quell'idea di crossover inaugurata dagli Entombed arrakiscon “Wolverine Blues”, nei due brani più pesanti della tracklist in cui i riffs granitici di Panagiotis Haris sono trainati dal drumming martellante e spietato di Evaggelos Anastasiou. Dopo l'ipercinetica Noema, uno dei brani più riusciti, la chiusura è affidata a Podium, estenuante allucinazione lisergica alla Grateful Dead immersa in una mistura post metal, e Diplomacy, maestoso doom di scuola sabbattiana, a riprova del fatto che i ragazzi hanno studiato a fondo quel “diabulus in musica” che ha ispirato Tony Iommi. Ammu Dia è un buon esordio che tende a dischiudersi dopo alcuni ascolti, facendosi apprezzare per le intuizioni e per una buona scrittura. Ci auguriamo solo che la band riesca ad accasarsi con un'etichetta in grado di valorizzare appieno le loro doti. Chissà che magari Steve Von Till non si trovi nei paraggi a prendere il sole in qualche isoletta greca e che possa offrire agli Arrakis di entrare nel roster della sua Neurot Recordings. 

 

Voto: 7/10
Giuseppe Rapisarda

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