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28 Maggio 2017 , ,

Colin Stetson ALL THIS I DO FOR GLORY

2017 - Kartel
[Uscita: 28/04/2017]

Stati Uniti     #consigliatodadistorsioni

 

Dopo l’uscita dei tre volumi dedicati alla nuova storia della guerra (“New History Warfare”, 2007-2013) e ispirati a “La sottile linea rossa” (1998) di Terrence Malick, Colin Stetson si era rivolto a sonorità più introspettive. Prima lavorando con Sarah Neufeld ad un progetto che mescolava insieme minimalismo ambient e interiorità (“Never Were The Way She Was“, 2015). Successivamente rileggendo la terza sinfonia di Górecki spinto da una naturale inclinazione verso quell’oscurità nascosta all’interno dei cantici, ampliandone il nucleo emotivo e dilatandone il lato più cupo e doloroso (“Sorrow. A Reimagining Of Gorecki's 3rd Symphony”, 2016). Ma se «il potenziale per il sassofono è illimitato» come sosteneva Steve Lacy, allora quest'ultimo "All This I Do For Glory" ne è ulteriore dimostrazione, poiché il musicista di Ann Arbor riesce ad esplorarne ulteriormente le possibilità, estremizzando le tecniche della respirazione circolare e accentuando l’espressività polifonica prodotta da microfoni posizionati in varie parti del corpo e del sassofono.

 

Nelle intenzioni del musicista del Michigan "All This I Do For Glory" non vuole essere solo un banco di prova delle possibilità del corpo, ma anche dei limiti della propria ambizione. Registrato in presa diretta senza sovraincisioni o post elaborazioni, l’album si sviluppa come un fluire ininterrotto di respirazioni armonizzate dal sax in un flusso di coscienza joyciano. Il brano di apertura richiama melodie orientaleggianti, nel quale una vocalizzazione resa aliena dal sax si eleva al di sopra dei ritmi meccanici. Like Wolves On The Fold e In The Clinches sono caratterizzate da trame nervose che insistono su una ripetitività forsennata e ossessiva. In Between Water And Wind, Stetson recupera i ritmi IDM degli anni ’90 e in particolare le partiture percussive di Autechre  e Aphex Twin, mentre Spindrift si sviluppa su melodie più luminose che richiamano le forme della natura. La conclusiva The Lure Of The Mine intreccia passaggi ariosi ad articolate trame nervose, mostrando per l’ennesima volta la forza immaginifica e potente del musicista americano. Ancora una grande prova.

Voto: 7,5/10
Felice Marotta

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