Aether Aether

Plasmare incognite forme di materia armonizzando con energia incontaminata gli elementi che danno origine alla materia stessa. Etere che si combina ad aria, acqua, terra e fuoco. É inevitabilmente suggestiva e nel contempo dichiaratamente ambiziosa la fonte di ispirazione dalla quale prende vita l’ eponimo progetto d’esordio degli Aether, combo meneghino composto da Andrea Ferrari (chitarre e tastiere), Andrea Grumelli (basso e chapman stick), Andrea Serino (Fender Rhodes e tastiere) e Matteo Ravelli (batteria elettronica). D’altro canto esaminando l’eterogenea sommatoria che scaturisce dai background e le variegate esperienze portate in dote dai musicisti in gioco (si spazia dal jazz all’avant-garde, lambendo prog, psichedelia e funk) è quanto mai prevedibile attendersi velleità creative non propriamente ordinarie. La soluzione alchemica che impregna gli orditi sonori delle undici tracce del concept infatti riesce nell’intento di incastonare scrupolosamente sopra attoniti orizzonti ambient improvvisazioni jazzistiche, pulsazioni prog-rock e derive di matrice electro, materializzando di fatto visioni rarefatte che, per certi aspetti, possono persino ricondurre ad un elegante imprinting da library music. L’equilibrato interplay tra le parti in gioco è il valore aggiunto in questo disegno musicale, dove al di là dell’apprezzabile tecnica di base del quartetto, sembrano prevalere gli intenti di una idea compositiva ben lontana dalla convenzionalità delle leggi di mercato. Suonare per emozionare ed emozionarsi, sperimentare inedite contaminazioni, sembra essere questo il vero obiettivo di questa pregiata opera prima che merita di essere sorvolata, come per ogni concept che si rispetti, in tutta la sua stimolante estensione. Magari fantasticando al di sopra della distensiva radura immortalata in copertina da Fabio Volpi. Nei riflessi di un tramonto.