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5 Marzo 2015 , , ,

Paper Dollhouse AEONFLOWER

2015 - Finders Keepers Records
[Uscita: 02/03/2015]

Inghilterra  #consigliatodadistorsioni     

 

paperElettronica cinematica dal  profumo analogico che rimanda alle prime sperimentazioni new wave, quando la neonata attitudine punk partiva dal krautrock per schiantarlo contro la vena melodico/romantica britannica, creando musica inaudita. Colonna sonora di films immaginari che  attinge all'insegnamento di Barry Adamson. Esperienza sensoriale che lambisce, negli episodi più riflessivi,  la grammatica New Age, tessendo passaggi  volatili ed arditi, indirizzati all'esplorazione atmosferica onirica della realtà deformata. La precedente incarnazione di Paper Dollhouse era nom de plume di Astrud Steehouder per veicolare il suo dark pop sporcato con rumore ambientale ed intrappolato da qualche parte  tra Grouper e Vatican Shadow. Il nome è stato adottato   attingendo dalla pellicola  horror/trascurabile del 1988  “Paperhouse” in cui una ragazza, di famiglia disfunzionale, disegna una casa che prende vita. Il debutto lo-fi ambientale di “A Box Painted Black”, uscito per la Bird  gestita da Andy Votel e Jane Weaver, è un misto di folk cupo inframezzato da lunghi pezzi di atmosfera ossessionante ed è stato registrato interamente in cucina e nel giardino di casa. E' caratterizzato da numerosi field recordings: treni in corsa, bambini che giocano, porte che sbattono ed acqua corrente. 

 

paperAstrud, che come quasi tutti i bambini voleva essere un astronauta, afferma essere stata influenzata da pionieri quali Delia Derbyshire ed Eliane Radigue, ma anche dalla attitudine riot grrrl, come pure dai paesaggi post-nucleari, i campi brulli, le foreste, i temporali e gli oggetti industriali arcaici in mezzo al nulla. Successivamente la Steehouder ha accolto nel progetto l'artista visuale Nina Bosnic ed il duo di Est London ha pubblicato alcuni lavori di inner-city ambient (blues) music per varie labels minori. Vale la pena ricordare, sempre per la Bird, una split cassette con il compagno di scuderia Magpai. Astrud ha collaborato anche con Joe Cocherell & AnD per un 12” di techno psichedelica, mentre Nina si tiene impegnata con l'altro suo gruppo Liberez. "Aeonflower" mostra il lato più oscuro della coppia che, pur presente nei precedenti lavori, non era mai emerso con tale forza nella sua dinamica di spirito etereo, avviluppato in una nebulosa di cariche elettrostatiche ed increspata da fioche luci al neon. Le liriche sono minimali e fragili, cantate con voci evocative di mantra, con forte potere emotivo. Grandissima attenzione è stata riservata ai suoni elettronici prodotti in modo da metabolizzare chitarre scheletriche, quasi sterilizzate, e bassi che si muovono, rispettosi, accanto alla tradizione dub. 

 

A volte risulta difficile capire se il duo possiede lo spirito gotico oppure sia posseduto da esso, con il suo suono compatto e felino, le astrazioni memori dell'insegnamento di Diamanda Galas ed il folk pagano ed occulto a creare uno spleen oscuro e magico. Il disco vive nella sintonia delle artiste in simbiosi con i propri strumenti. Siren è affascinante, seducente e sinuosa. Inizia timida, sussurrante e prosegue in crescendo deciso con magnifici cori che si innestano su accordi di chitarra chiari, semplici, di metallo freddo e sospesi ad accompagnare tutta la traccia. In Psyche sembra di ascoltare ledoll trasmissioni intermittenti elettronico/primitive dei Throbbing Gristle, ma quando arriva la voce, che dura un attimo, si inserisce il dub dei primissimi lavori dei Cabaret Voltaire a rendere l’atmosfera più meditativa. In Diane vestali rapite da echo chamber modulano i propri cori in turbinii circolari trafitti saltuariamente da una chitarra, a volte affilata ed altre elefantiaca. Il ritmo della drum machine è simile a quello delle primissime Korg presettate, direttamente dall'epoca cavernicola. Your Heart alleggerisce il mood con synths e voci a rincorrere sogni bucolici di Virginia Astley, ma si ha sempre l’impressione che possa accadere qualcosa di pericoloso come in un film di Murnau. Silence conferma un'atmosfera glacialmente minacciosa con l’ascoltatore imprigionato, respiro affannato, in attesa che il prossimo mostro si manifesti. Album introspettivo, con immancabili derive misteriose a creare paesaggi lussureggianti.

Voto: 8/10
Francesco Belli

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