Migliora leggibilitàStampa
22 Agosto 2018 , ,

Pram ACROSS THE MERIDIAN

2018 - Domino Records
[Uscita: 20/07/2018]

Inghilterra   #consigliatodadistorsioni     

 

a2802769536_10Con il primo album senza la dimissionaria Rosie Cuckstone (a sostituirla troviamo Sam Owen) tornano i Pram, attesissimi dopo due dischi capolavoro come “The Stars Are So Big... The Earth Is So Small....” e “Sargasso Sea”, rispettivamente del ‘93 e ‘95. Un sentiero artistico sinusoidale che alterna vertiginoso alti e insospettabili bassi, e che dopo “Morning Frontier” di undici anni fa arriva a questo “Across The Meridian”: straordinari e audaci nella sperimentazione, seguaci del flow elettronico, per poi iniziare una colazione a ripetere (se stessi) che aveva fatto dubitare della vena più autentica. Il post rock, l’elettronica acida, Polanski e Fellini: tutto quello che ci si aspetterebbe nell’album “di rientro” della band di Birmingham lo ritroviamo nel nuovo lavoro. E’ un lavoro al 90 % strumentale di sfrenata fantasia arrangiativa con tante immagini di un cinema ritornante e riecheggiante immagini e sapori emotivi, nonostante le apparenze darkeggianti fin dalla cover.

pA partire dalla prima traccia Shimmer And Disappear, che guarda da vicino a Danny Elfman con la sua fanfara di tromboni, e con tanto di marcetta canterburyana, passando a Thristledown, orrorifica, corredata di organi e di spiazzanti chitarre distorte; andando avanti con le restanti tracce che confermano il talento di questi “alchimisti del Nonsense” bravi a miscelare echi di psichedelia britannica fusa con Woody Allen (the Midnight Room), con raffinate carezze trip-hop (Elettra) e disturbanti detour glitch che sussurrano ninnananne fuori fase (When Rhe Seas Stops Moving). 

È insomma una sorta di carnevale gotico e barocco, ovviamente privo di ambizioni letterarie ma orgogliosamente e fieramente weird: anche se l’impressione è che i Pram 0012734378_10siano tornati con questo CD in gran spolvero suonando come sanno di saper suonare, creando niente di più (ma neanche di meno) di ciò che sanno di far bene, con il timore forse di non riuscire a graffiare come un tempo, rischiando in nuovi territori musicali. Con il risultato che “Across The Meridian” rimane una conferma di tenuta di un progetto tra i più riusciti dell’underground inglese.  

 

Voto: 7/10
Gianlorenzo Franzì

Audio

Video

Inizio pagina