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3 Marzo 2016 , , ,

Abayomy Afrobeat Orquestra ABRA SUA CABEÇA


[Uscita: 27/01/2016]

Brasile   #consigliatodadistorsioni     

 

abaRitorna a distanza di quasi quattro anni dal magnifico disco d'esordio la band brasiliana di Rio de Janeiro Abayomy Afrobeat Orquestra, devota, come denuncia il suo nome, al dio laico dell'afrobeat nigeriano Fela Kuti, e lo fa con un altro magnifico album di strepitosa energia e di ribollente creatività. La formula è ancora una volta la ricerca di una fusione fra i ritmi afro e quelli carioca, conditi con focose venature jazzistiche e sfuggenti pennellate psichedeliche, dal forte impegno culturale anticolonialista e per la difesa dell'autodeterminazione, anche culturale, dei popoli. Un album "Abra Sua Cabeҫache si innesta nel terreno fecondo del tribalismo e della negritudine, correnti dalle quali trae linfa vitale per una musica che allarga lo sguardo sulle varie declinazioni della musica nera: afrobeat, samba, hip hop, funk, reggae, jazz. Questi anni che hanno visto la big band -tredici elementi- impegnata in una lunga serie di concerti, hanno fatto crescere ancor più la qualità complessiva della musica, l'affiatamento tra i musicisti e la capacità di scrittura.

Se l'obiettivo artistico della Abayomy Afrobeat Orquestra è quello di trovare punti di connessione fra l'afrobeat di Fela Kuti e le forme musicali cui ha dato vita in Brasile l'influenza musicale del continente nero, qui i Nostri approfondiscono ancor più il loro sguardo verso le forme musicali delle varie zone del loro Paese, non solo Rio, ma anche Recife, Bahia e il Nord-est.

 

abayomy-afrobeat-orquestra1Apre il disco la title track, il titolo significa “apri la tua mente” tanto per chiarire subito la fondamentale componente psichedelica, con la voce di Tony Allen, il grande batterista che fu collaboratore di Fela Kuti, che ricorda il musicista nigeriano. Segue un vulcanico susseguirsi di fiati e ritmi afro caraibici che ci proiettano in un torrido rito magico sincretistico. Mundo Sem Memoria, combattivo invito alla lotta («Diz aí companheiro /O samba é guerreiro»), riflette l'influenza di quella particolare forma di hip hop maturata a Recife che ha preso il nome di manguebeat, genere da noi pressoché sconosciuto. Mescola tradizione locale, hip hop e pop, del resto l'album è prodotto da Pupillo e qui alle percussioni e alla voce c'è Otto, entrambi membri dei Nação Zumbi che del manguebeat sono gli esponenti più famosi.

Questi ultimi li ritroviamo nella stralunata Vou Pra Onde Vou che mescola jazz caraibico e la particolare forma di hip hop del manguebeat qui declinato su ritmi insolitamente dilatati. Jazz, samba-reggae e afro innervano Omola, mentre Sensitiva ci porta su conturbanti e languide atmosfere con la voce sensuale di Céu e un flauto sognante in evidenza. Tony Relax vede Tony Allen alla batteria in un afrobeat dal ritmo geometrico e implacabile, ma paradossalmente rilassato che è un po' la cifra del musicista nigeriano.

Pelejo è funky rabbioso che si dissolve fra i fumi psichedelici di  tastiere vintage e note di chitarre che piovono come stelle cadenti. Abra Sua Cabeҫa conferma e amplifica quanto di buono i carioca ci avevano mostrato fino a ora, mostrandoci un ensemble in pieno felice estro creativo, sarebbe un peccato lasciarseli sfuggire.

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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