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5 Dicembre 2012 ,

Eternal Tapestry A WORLD OUT OF TIME

2012 - Thrill Jockey
[Uscita: 12/11/2012]

ETERNAL TAPESTRY  A WORLD OUT OF TIME (12 Novembre 2012, Thrill Jockey A quanto pare, questo 2012 sembra essere l'anno dello Space Rock; sì, perchè in mezzo alla pletora di label indipendenti che fioccano a giro continuo, non mancano di venir fuori tanti nomi underground da cui nascono veri e propri tesori inestimabili. Alla luce del ventesimo anniversario della Thrill Jockey Records, gli Eternal Tapestry di Portland si aggiudicano sicuramente un posto d'onore. Quintetto psichedelico nato dall'incontro tra Jackie-O-Motherfucker (pseudonimo di Nick Binderman) e Plankton Wat (Dewey Mahood), dà vita a un rock sperimentale che pone le sue basi sul folk più atonale e sull'esempio di musica sognante tirato avanti dagli epici Neu! e Faust. Per questo nuovo lavoro, gli Eternal Tapestry hanno pensato bene di rifarsi a una lunghezza estremamente diluita della canzone e alla registrazione per intero, processo che rende possibile la lettura dell'album come un unicum concettuale e sonoro. Sembra sempre che improvvisazione e tecnicismo psichedelico vadano di pari passo.

 

Già lo capiamo dalla prima track When I Was In Your Mind, la quale inizia con una intro subterrena e poi muta subito in un kraut-rock reiterato in perfetto stile Can-iano con sotto un eloquente tessuto elettronico di echi da mantra; sicuramente, anche la più lunga dell'album, ben 12 minuti. Sapienti accenni d'organetto danno il benvenuto alla corta ma onirica Planetoid 127, un passaggio mediano evanescente in cui i tamburi da marcia come passi di giganti fanno la voce grossa insieme a campanellii da xilofono. Ed è subito la volta di Alone Against Tomorrow, dove la chitarra poco effettata sostiene con disinvoltura altri 6 minuti di flusso metafisico, scompigliando con le batterie tutto l'ordine del mondo reale. A seguire, la malinconica The Weird Stone si presenta più ritmata e scandita come una piacevole nenia  che raffigura il male che domina nella Terra. Apocalypse Troll tradisce un mezzo exploit alla Black Sabbath che avanza minaccioso, s'innalza progressive e buon caro hard rock primitivo. Strascichi di pioggia fresca danno l'ingresso alla naturalistica When Gravity Fails, dispiegata in vorticosi riff ancora opposti alle leggi spiegabili del tutto. The Currents Of Space strizza Eternal Tapestrynuovamente l'occhiolino alla psichedelia floydiana, e più trasversalmente, alla raffinata scena di Canterbury con i suoi virtuosi concettualismi fondati su sovrapposizioni e giustapposizioni (..basti ricordare gli immortali Soft Machine e Matching Mole di Wyatt..).

 

Ma, clichès a parte, il sound della band è originale per l'intrinseca capacità di condensare i linguaggi più variegati della musica dell'anima, da quelli che possono sembrare vuoti sprazzi ambient all'amata complessità regalataci dalle fughe smaccatamente aerospaziali. E per questo, i 5 fricchettoni americani si meritano di tutto punto l'appellativo di "time travellers". In chiusura, la bucolica Sand Into Rain, è forse la più pacifica ma allo stesso tempo quella che cattura maggiormente, coi melodicismi (anche a tratti pompati) in piena tradizione Fairport Convention e Curved Air. In fondo, dipingere "affreschi eterni" non è mai stato un gioco da ragazzi.

Valeria Mollica

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