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14 Settembre 2014

Esben & The Witch A NEW NATURE

2014 - Nostromo Records
[Uscita: 08/09/2014]

Gran Bretagna                                                       # Consigliato da Distorsioni

EsbenAndTheWitchANewNatureDobbiamo dare atto al trio di Brighton di non aver paura di rischiare, di non accontentarsi di ripercorrere strade conosciute e sicure, ma di aver voglia di rischiare. Per prima cosa i nostri hanno deciso di lasciare il porto sicuro di un’etichetta importante come la Matador optando per l’ardua scelta di pubblicare questo loro terzo lavoro per una label da loro appositamente fondata, la Nostromo Records.Per sopperire alla penuria di fondi hanno fatto ricorso a PledgeMusic, piattaforma attraverso la quale i fan possono finanziare i loro artisti preferiti. E sono riusciti ad avere al loro fianco un produttore come Steve Albini, nei cui Electrial Studios sono avvenute le registrazioni. Altra operazione quantomeno non facile, vista la forte personalità di Albini, ma diciamolo subito operazione sostanzialmente riuscita: il suono è decisamente più energico, le atmosfere si allontanano dalle suggestioni dark fiabesche e leggendarie rivolte al passato per gravarsi di cupe visioni dell’imminente futuro.

 

Esben-and-the-Witch-9Così alle atmosfere folk rarefatte, ai loop elettronici ipnotici, alle fascinazioni shoegaze del precedente “Wash The Sins Not Only The Face” si sostituisce un suono che li avvicina al post rock di band come Slint e GYBE. Aprono le danze i dieci intensissimi minuti di Press Heavenwards con una chitarra alla Goodspeed You Black Emperor, le cui note sembrano disperdersi in lontananza creando un senso di attesa infranta dall’irrompere di basso e batteria e infine dalla voce aggressiva, bluesy, di Rachel Davies; inevitabile paragonarla a P.J.Harvey, o, per andare più indietro, esben1alla sacerdotessa dark Siouxsie, «I am no dog, I am a wolf» grida, come fosse una dichiarazione di poetica, la cantante in No Dog, brano dominato dalla furia del basso e dalla batteria prepotente di Daniel Copeman, il cui eccellente lavoro viene messo in giusta evidenza dal missaggio. Fantastico il lento crescendo della lunghissima The Jungle: inizialmente inquieta e rarefatta esplode in un finale pirotecnico e furibondo fra distorsioni, riverberi e un esben-and-the-witch-otw2011sorprendente sax. Altri brani come Blood Teachings, non la prova migliore della Davies alle prese con una fin troppo lunga ballata post punk, o Dig Your Fingers In, canzone che appare sostanzialmente indecisa sulla direzione da prendere, denunciano come non tutto ancora fili liscio, “A New Nature” è l’inizio di un nuovo cammino, ma un buon inizio, anche se a qualcuno mancherà il nebbioso romanticismo che gli aveva fatto amare la band.

Voto: 7.5/10
Ignazio Gulotta

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