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14 Novembre 2013 ,

Arbouretum A GOURD OF GOLD – EP

2013 - Latitudes/Thrill Jockey
[Uscita: 10/09/2013]

Arbouretum-–-Gourd-of-Gold-EP-500x500# Consigliato da DISTORSIONI

 

Il nostro apprezzamento per la musica degli Arbouretum è lievitato dopo averli visti dal vivo circa un anno fa, durante il tour di promozione dell’ultimo loro album in studio: “Coming out with the fog”. Dopo otto mesi di assenza dal panorama discografico i quattro di Baltimora sono usciti nuovamente dalla nebbia per dare alla luce “A Gourd Of Gold”, un EP composto esclusivamente da cover del songwriter country-folk canadese Gordon Lightfoot. Non è la prima volta che gli Arbouretum innestano le loro tipiche atmosfere post-psichedeliche sulle radici  cantautoriali e folk  su cui  si sono formati musicalmente, basti pensare alle magistrali reinterpretazioni di The Highway Man di Jimmy Webb e della più conosciuta Tomorrow Is A Long Time di Bob Dylan. Un’operazione di rianimazione di artisti dimenticati nel tempo dalle nuove generazioni  oppure mai diventati famosi a livello internazionale, proprio come accadde a Lightfoot che non riuscì a farsi conoscere al di fuori della sua terra natia. L’album si apre con una versione lunghissima, quasi 12 minuti, di Wreck of the Edmund Fitzgerald in cui il sound degli Arbouretum si fa cupo e tenebroso, contrassegnato da un abile uso del sintetizzatore: tuttavia la melodia originale non viene quasi mai  stravolta, ma resa  egregiamente, così da abbracciare la disperazione propria dell’avvenimento narrato nel  testo. Nella tracklist seguente, un mirabile esperimento di fusione tra musica e testi, la chitarra acustica di Gordon Lightfoot perde la funzione di principale strumento di accompagnamento che possedeva nei brani originali per adattarsi ad essere una parte di un sound corposo, a tratti fortemente tetro, che riesce nell’impresa di arricchire e a modernizzare canzoni composte, per la gran parte, negli anni sessanta-settanta. Il vero tesoro contenuto in questa “zucca d’oro” è la versione di Early morning rain, completamente distorta rispetto all’arrangiamento originale, ricca di un'atmosfera creata ancora una volta dal sinth e dall’elevato feedback applicato alla voce: ascoltandola ci si può immedesimare nella situazione di estraneità e di timore in cui si trovava l’autore al momento della stesura e vivere i medesimi sentimenti.

 

Voto: 9/10
Andrea Ghignone

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