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2 Novembre 2012 ,

Blut Aus Nord 777: COSMOSOPHY

2012 - Debemur Morti Productions
[Uscita: 21/09/2012]

Blut Aus Nord:  777 – Cosmosophy – Debemur Morti Productions# Consigliato da DISTORSIONI

 

Con la pubblicazione di “Cosmosophy”, i francesi Blut Aus Nord completano la trilogia di “777”, iniziata nel 2011 con “Sect(s)” e proseguita con “The Desanctification”. La band normanna nasce nel 1995 come progetto solista di Vindsval, musicista misterioso e solitario che resta tutt’oggi la mente creativa della band. Costantemente influenzati dal black metal scandinavo e dell’industrial metal dei Godflesh, i Blut Aus Nord sono approdati ad un black metal sempre più oscuro e metafisico, culminato nello splendido album “The Work Which Transforms God” del 2003, in cui spicca la straordinaria Procession Of The Dead Clowns“777” è una sorta di percorso di iniziazione, un viaggio che prende avvio dalle profondità del caos e dall’oscurità, per attraversare i luoghi dell’assenza della divinità e spingersi oltre i territori abbaglianti e purificatrici della luce.

 

Se “Sect(s)” è un groviglio meccanico e disumanizzante di brutalità, una sorta di esaltazione dell’opacità della materia, “The Desanctification” è invece l’esplorazione di nuovi territori della libertà e dell’istinto, che si aprono con la rinuncia alla divinità e al sacro, in una emancipazione che non è solo scoperta ma anche angoscia e solitudine, come può esserla quella di un orfano di fronte al respiro morboso dell’universo. Le sonorità di “The Desanctification” abbandonano il rigore del black metal per trasformarsi in un dark-ambient progressive pieno di suggestioni industrial (epitome VII e VIII). Molto bella la conclusiva epitome XII le cui cadenze ricordano molto l’incedere metafisico di Procession Of The Dead Clowns.

 

“Cosmosophy” è l’atto finale di questo percorso iniziatico, che trasporta l’ascoltatore in un mondo liberato dall’oscurità. Un album in cui misticismo, ermetismo, esoterismo, teosofia e cabala rivelano le leggi nascoste che consentono di aprire uno squarcio sulle ombre che coprono il mondo e permettono l’accesso alle regioni soprasensibili della luce. L’album prende avvio con l’epitome XIV, in uno sviluppo che amplifica ulteriormente le aperture ambient e progressive di “The Desanctification”. Siamo davvero lontanissimi dal caos cabalistico di “Sect(s)”. Le sonorità sono ariose ed epiche, dense anche sul piano armonico. La splendida epitome XVI è una sorta di viaggio apocalittico che conduce alle regioni celesti, mentre la bellissima epitome XVII si apre ad atmosfere per la prima volta pulite e pacificate. L’epitome XVIII chiude la trilogia con sonorità eteree e sognanti, in cui l’anima umana sembra elevarsi al di sopra della materia e del suo meccanicismo, in cui il tempo si annulla in una eternità sublime che coincide probabilmente con l’attimo interminabile della morte.

 

Con questa trilogia, i Blut Aus Nord decostruiscono completamente il black metal classico per ricostruirlo in un modo completamente nuovo. Vindsval ha dato vita ad un’opera personalissima e monumentale che dà corpo ad un “mondo possibile” davvero suggestivo, denso di oscurità ma anche pieno di vie di fuga che consentono inaspettatamente di scorgere la luce. Sicuramente uno degli album metal dell’anno.

Felice Marotta

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