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20 Aprile 2017 ,

The Magnetic Fields 50 SONG MEMOIR

2017 - Nonesuch Records
[Uscita: 10/03/2017]

Stati Uniti

 

Un disco come "50 Song Memoir" non è cosa in cui capiti spesso di imbattersi: ben 50 (cinquanta!) canzoni inedite, una per ogni anno di vita di Stephin Merritt (nella foto sotto a destra), autore e leader di questa indie band di Boston (Massachusetts), in vendita in cofanetto da cinque CD o da cinque LP in vinile, la cui registrazione ha richiesto oltre due anni di lavoro. Qualcuno potrebbe pensare ad un mero atto di vanità o, quantomeno, a un eccesso di protagonismo, anche se è noto che i Magnetic Fields, ormai giunti all'undicesimo album in studio, non sono altro che il veicolo sonoro per le produzioni di Merritt, attivo professionalmente in modo continuativo dal 1991. Già nel 1999 con questa sigla aveva prodotto il tour de force del notevole triplo CD "69 Songs". Anche questo 50 Song Memoir è un lavoro apprezzabile, un concept album in cui gli aspetti più importanti della vita dell'artista vengono presentati senza alcuna pretesa di procedere secondo un ordine strettamente cronologico, seguendo piuttosto un filo conduttore interiore. Merritt produce e canta tutti i brani con la sua voce profonda e a tratti un po' troppo cavernosa per il genere, suonando anche un gran numero di strumenti, dall'ukelele al piano e le tastiere, passando per la chitarra, lo xilofono, la fisarmonica e persino il dulcimer. 

 

imagesLo supportano gli amici e colleghi di sempre Claudia Gonson (ai cori, piano e percussioni) e il chitarrista John Woo, insieme a Sam Davol al violoncello ed a Shirley Simms, cori. A questi, a seconda dei brani, si uniscono un gran numero di turnisti al basso, alla batteria, agli archi e ad altri strumenti. Musicalmente, il disco si presenta coerente e con uno stile ben definito, il che (incredibile a dirsi) può rappresentare un problema, per un'opera così ambiziosa.

Del resto, in quanti riescono ad affrontare oltre due ore e mezza di musica, se questa si mantiene costantemente entro i binari percepiti sin dal primo brano? A questo si aggiunga l'assenza nel disco di composizioni di alto livello, di momenti di picco davvero magneticfotosignificativi. Alla fine 50 Song Memoir stenta a indicare una ragione valida per essere un album così lungo. Be True To Your Bar è una buona ballad, come buoni brani sono anche Never Again, Foxx and I, No e You Can Never Go Back To New York, forse il pezzo meglio arrangiato dell'album. C'è da dire, però, che Merritt e soci hanno preparato un live show altrettanto insolito, in cui un plotone di musicisti si alterneranno sul palco ad eseguire tutti e cinquanta i brani dell'album e che a breve lo porteranno in tour mondiale, toccando l'Europa in estate, anche se al momento non sono previste date italiane. 

 

Voto: 6/10
Valerio Pugliese

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