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10 Giugno 2013 ,

Black Sabbath 13

2013 - Vertigo
[Uscita: 11/06/2013]

Black Sabbath: 13 (Uscita: 11/06/2013); Vertigo RecordsCuriose deviazioni temporali, contrazioni del tempo cosmico pregne di strane conseguenze. Siamo nel 1970 e contestualmente nel 2013. Tornano i Black Sabbath, con Ozzy alla voce. Chi è cresciuto a pane e musica rock non può non identificare il suono autentico dei Sabbath con la voce dell’ex signore delle tenebre. Il resto, pur dignitoso, è altra roba. Il prode Rick Rubin convince il settantacinque per cento della gloriosa band di Birmingham a incidere un disco di canzoni nuove, sapendo bene che dovrà traversare la selva perigliosa della diffidenza degli aficionados, della stampa specializzata, dei puntuti rockers disseminati ai quattro angoli del sistema solare. Con l’eccezione di Bill Ward, sostituito alla batteria dal bravo Brad Wilk (Rage Against The Machine), ci sono tutti: Ozzy, The Geezer, Tony, quest’ultimo seriamente ammalato. E l’esito è stupefacente. Chi pensava di assistere al patetico risveglio di sauri di ere arcaiche sepolte ormai nell’oblio, dovrà ricredersi. “13” è una sequela di otto frammenti di incendiario gothic-rock. Pleonastico aggiungere che si tratta di otto autocitazioni, coi vestimenti della novità, e tuttavia a fronte di miriadi di inutili e improvvide clonazioni di gruppi odierni, sorti sulla banale ripetizione di stereotipi tratti dal passato augusto, almeno i ‘nuovi’ Sabbath  ricalcano se stessi, che il genere che suonano l’hanno proprio inventato! E’ un bel reinventare, invero: la forma è ottima.

 

Sin dall’iniziale End Of The Beginning, sorta di frammento ignifero che pare estrapolato dall’album d’esordio: voce potente e bruciante delle fiamme infernali; chitarra che erige oscure cattedrali d’acciaio su terreni palustri dalle esalazioni mefitiche. L’atmosfera nietzschiana di God Is Dead? conferma  la scia approcciata sin dalla prima nota: suono monolitico e possente, voce ispirata di Ozzy, un tappeto percussivo adeguato, meno solenne di quello di Bill Ward, ma se possibile più aggressivo. Perla assoluta è Loner, con la chitarra di Tony Iommi che ammannisce autentiche staffilate sui padiglioni auricolari e riffs di puro vetriolo al centro dello stomaco. Black Sabbath: 13 (Uscita: 11/06/2013); Vertigo RecordsZeitgeist rinnova la vena più psichedelica dei Nostri (Planet Caravan, a meglio intenderci): una lenta e caracollante camminata al centro di inquietanti e brumose vallate. Tra le altre ottime tracce dell’album, infine, preme segnalare la splendida Damaged soul, in cui il granitico incedere del basso di Geezer Butler pare stanare legioni di spettri dagli antri oscuri della coscienza umana, mentre un’armonica geme come da una geenna di pura incandescenza sonica, e la chitarra di Iommi, contrappuntando la voce dello stregone Ozzy, scardina alla radice ogni possibilità di redenzione dalle fiamme. Se proprio dovevano riemergere dagli abissi i Black Sabbath, meglio che l’abbiano fatto indossando nuovamente i panni a loro più consoni: quelli di incontrastati Monarchi dei Reami Oscuri.

Voto: 7.5/10
Rocco Sapuppo

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